venerdì 11 gennaio 2008
L'abuso dei poliziotti
Mercoledi 9 gennaio io stavo accompagnano il mio amico a casa e siamo passati PER LA CASERMA DEI CARABINIERI, LA MAMMA DEL MIO AMICO CI VIENE INCONTRO PRENDE IL FIGLIO VICINO ALLA CASERMA E DICE VICINO A NOI ANDATE A CASA E PERICOLOSO! PER IL FATTO CHE POTEVANO SUCCEDERE DEGLI SCONTRI TUTTI CI VEDONO PASSARE E DOPO UN PO MENTRE STAVAMO ANDANDO A CASA IO E IL MIO AMICO TRANQUILLI CI FERMANO DUE GUARDIE IN BORGHESE E CI PORTANO IN QUESTURA CON FORZA SENZA MOTIVO E INNOCENTI E LA IN QUESTURA DOPO AVERMI PERQUISITO PRENDONO IL CELL E ME LO BUTTANO A TERRA VOLONTARIAMENTE E MI SPUTANO IN FACCIA MI DICONO PAROLE INGIUROSE!!! E MI PRENDONO A CALCI DIETRO ALLA SCHIENA POI PIU IL MIO AMICO PIANGEVA PIU LO URLAVANO E LO OFFENDEVANO E HANNO DETTO VICINO NOI VUOI NN TORNATE A CASA VI TAGLIAMO A PEZZETINI VI MASSACRIAMO E CI RIDEVANO ADOSSO SIAMO DUE MINORENNI!!!DOPO UN ORA E 30 MINUTI IL MIO AMICO CI HA DETTO CHE SUO CUGINO E CARABINERE E LAVORA A GIUGLIANO DOPO 10 MINUTI CI HANNO FATTO USCIRE E SIAMO TORNATI A CASA!!! CMQ STO ANCORA SCIOCCATO IO E IL MIO AMICO!!! E QUESTO DOVREBBE ESSERE LO STATO CHE CI DOVREBBE TUTELARE!!! VERGOGNA!!! GRAZIE PER I MESSAGI INSERITI DI SOLIDARIETA’ E PER GLI ARTICOLI CHE MI AVETE SCRITTO SUL BLOG UN ABRACCIO DI AFETTO AGLI ULTRAS DEL FONDI PER LA SOLIDARIETA!!! BY CICCIO ULTRAS POZZUOLI
La vergogna della polizia non ha mai fine A.C.A.B. Solidarietà per francesco
Vietare le trasferte?Divertimento dei politici
Per l'incontro di calcio Roma-Catania in programma il 20 gennaio, l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, riunito al Viminale, ha deciso la vendita di un solo tagliando a persona, vietando la cessione del biglietto e degli abbonamenti.
La stessa decisione è stata presa per gli incontri Mantova-Piacenza, prevista per il 19 gennaio, e Perugia-Sorrento. L'Osservatorio ha "stigmatizzato" il comportamento dei tifosi perugini e trevigiani, autori di "deprecabili gesti" di contestazione nei confronti delle rispettive società. Per questo l'Osservatorio ha deciso di monitorare con attenzione le gare che vedranno impegnate le due squadre.
Ancora una volta,persone che non hanno mai messo piede in uno stadio continuano a dettare legge e a vietare la gioia di tifare ai tifosi ospiti!
Questa è una vergogna...
Non si può continuare in queste condizioni,l'Italia è allo sbando....
Pisanu-Matarrese-Amato-Melandri...merde siete e merde resterete
La stessa decisione è stata presa per gli incontri Mantova-Piacenza, prevista per il 19 gennaio, e Perugia-Sorrento. L'Osservatorio ha "stigmatizzato" il comportamento dei tifosi perugini e trevigiani, autori di "deprecabili gesti" di contestazione nei confronti delle rispettive società. Per questo l'Osservatorio ha deciso di monitorare con attenzione le gare che vedranno impegnate le due squadre.
Ancora una volta,persone che non hanno mai messo piede in uno stadio continuano a dettare legge e a vietare la gioia di tifare ai tifosi ospiti!
Questa è una vergogna...
Non si può continuare in queste condizioni,l'Italia è allo sbando....
Pisanu-Matarrese-Amato-Melandri...merde siete e merde resterete
Speciale Mondo Ultras Italiano:Ultras Curva Nord Bari 1976
Gruppo principale: U.C.N. (Ultras Curva Nord), nati nel 1976
Altri Gruppi: Istinti Mercantili, Estrema Guardia
Sito internet: www.tifonet.it/ultrasbari
Politica: Su posizioni di Destra
Slogan: Del Bari Seguaci
Settore: Curva Nord, tranne l'Estrema Guardia in Curva Sud
Amicizie: Salernitana, Reggina
Buoni rapporti: Andria, Cagliari
Rivalità: Lecce, Taranto, Foggia, Napoli, Inter, Pescara, Lazio, Roma, Palermo
Curiosità: -La curva barese ha scelto una linea dura nei confronti della Società. Lo sciopero del tifo dura da ormai più di un anno, praticamente dalle prime giornate dello scorso campionato di "A", interrotto solo per la visita degli amici reggini nel gennaio '01 e per la gara col Brescia, quando gli Ucn confezionarono lo striscione “Non m'importa se non c'è più scampo...se oggi è il cuore a scendere in campo”. Lo scollamento con M*******e è di vecchia data. Le accuse principali che gli rivolgono sono quelle di essere troppo "tirato", di non investire in giocatori, di vendere i pezzi migliori (vedi Cassano). M*******e non è più il Presidente, avendo rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni, lui e il Consiglio d'Amministrazione, l'1 ottobre scorso, ma rimane il proprietario del Bari, in cerca di acquirenti, e finchè ci sarà lui lo stadio verrà disertato. Il 30/03/2000 fu organizzata una civile manifestazione ultras contro di lui. Anche Fascetti, esonerato durante il girone di ritorno del campionato scorso (subentrò Sciannimanico), era nel mirino degli ultras, per alcune dichiarazioni maldestre fatte ai tifosi qualche anno fa, nonostante abbia riportato il Bari in Serie A e l'abbia condotto alla salvezza per diversi anni. “Per la nostra dignità...per il bene della città”, “Rispetto x gli ultras!Parole molte punti pochi, fuori i rinforzi”, sono solo due degli striscioni esposti l'anno scorso in Curva Nord, mentre nei distinti venne esposto “Imprenditori locali o nazionali: coraggio...prendetevi il Bari!” e in curva Sud l'Estrema Guardia espose "Presidente avaro, morirai col tuo danaro" e "Sacchi stressato, Fascetti ubriaco" Dall'inizio di questo campionato la parola d'ordine è "Diserzione!", striscione che appare nella Nord, insieme a “Finchè ci sei tu io non vengo più”“M*******e vattene” e “Bari contro M*******e”. -In Ba-Modena dell'11 gennaio scorso lo stadio, come sempre quest'anno, era praticamente vuoto e si udivano solo i cori dei modenesi, interrotti ogni tanto da qualche "M*******e v********o". -Gli ultras baresi hanno disertato due derby col Lecce al S. Nicola nel giro di 4 anni: uno nel '97, in "B", e uno nel 2001, in "A". Drastica, lo scorso anno, la decisione di lasciare vuota la curva Nord, proprio nel match-clou. Fuori dallo stadio hanno sfilato in corteo. -A Parma, sullo 0-3, abbandonarono mestamente lo stadio. -Quest'anno a Cosenza, una delle trasferte più numerose, hanno esposto lo striscione “A.S. Bari è una presa x il culo”. -Il loro modo di tifare è quello tradizionale, di “stampo italiano”, come recitava uno striscione degli Ucn. -Acerrima la rivalità nei confronti dei "cugini" leccesi, che l'anno scorso ad aprile invasero Bari in 2500, mentre i baresi a Lecce erano circa 700, con l'attenuante del pessimo andamento della squadra. -Il gemellaggio coi reggini dura da diversi anni e si solidifica sempre di più. Molto sentito anche quello coi salernitani. Ogni volta che il Bari incontra Reggina o Salernitana, è sempre festa grande, con sbandierate e giri di campo. -Nel novembre dell'80 nacque un gemellaggio all'Olimpico tra le tifoserie di Bari e Lazio, per merito di una delegazione degli Eagles Lazio. Un grande striscione in curva laziale suggellava l'evento. Da oltre 10 anni l'amicizia non esiste più. -All'apertura del sito, non ufficiale, degli Ucn appare la scritta “Onora la tua città, difendine i colori, UCN1976 Bari”. -L'Estrema Guardia è nata nel '99 dalla fusione con l'Estremo Sostegno, è composta da alcune decine di elementi che hanno un'amicizia personale con alcuni ragazzi delle Brigate Empoli.
Il nostro giudizio: Difficile giudicare una tifoseria che da oltre un anno è in sciopero. Giudizio sospeso quindi per una curva che in passato ha dimostrato di saperci fare, allestendo anche belle coreografie, pur non raggiungendo livelli eccelsi di tifo, penalizzata anche dalla struttura dello stadio. Comunque la curva, coerente nella sua linea di condotta, avrà certamente le sue ragioni. L'anno scorso la curva ha forse mollato troppo presto, cominciando a contestare fin dalle prime giornate. Il S. Nicola, che ha una capienza di 58.000 posti, offre uno spettacolo ancor più desolante: gli abbonati sono appena 2.033 e la media spettatori si aggira intorno alle 2.700 unità. Garantita la presenza, esigua, nelle trasferte, fatte per “onor di firma”, per l'orgoglio del gruppo e della città.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Livornesi
1) Nascita e storia delle B.A.L.
Le B.A.L. (Brigate Autonome Livornesi) nascono ufficialmente nei primi mesi del 1999 in seguito alla travagliata decisione di sciogliere tutti i gruppi esistenti per unire le forze e centralizzare il potere decisionale per organizzarsi meglio; in realtà i componenti dei gruppi che le generarono (Magenta, Fedayn, Sbandati, Gruppo Autonomo) si conoscevano molto bene, e l’unica cosa che li differenziava era la scelta dovuta al quartiere di nascita o le amicizie che i singoli frequentavano .
Questa “illogica” differenziazione generava “scazzi” inutili: i Livornesi sono dei “testoni” per natura, se ne metti 100 in 5 gruppi otterrai 5 posizioni differenti e nessuna decisione “collettiva”; se li metti tutti nella solita barca otterrai, magari dopo giorni di discussioni ,una decisione unitaria e un grande senso di appartenenza.
Quando la nostra generazione è entrata in curva (‘90- ‘91) era il caos totale, l’anarchia assoluta; 30 anni di C e 3 fallimenti avevano generato una situazione grottesca e priva di punti di riferimento, i “vecchi” erano stufi, chi aveva mollato, chi si era “bruciato”, altri (pochi) continuavano a tenere banco per tornaconti personali; alcuni dei primi sono rientrati in pista tra le nostre fila e questo ci ha sorpreso e inorgoglito; gli ultimi hanno rifiutato “ovviamente” la nostra idea di unirsi (ultras 76) e ne hanno rimediato una bella pedata nel culo, sono finiti in sud fino a che non sono stati cacciati pure da li.
L’unico gruppo che per anni ci ha affiancato è stato il North Kaos: la mitologia curvaiola vuole che questi fosse un gruppo di destra, ma l’unica infiltrazione fascista debellata negli ultimi anni è stato un gruppo chiamato LEGIONE nel ‘93-’94, scoperti vicini al M.S.F.T andato in fiamme insieme alla sua sede (M.S.F.T. Livorno) poco dopo la sua nascita; in realtà i NK erano totalmente differenti da noi nel modo di concepire il tifo e il rapporto politica/stadio, nonostante diversi di loro venissero alle manifestazioni con noi; noi partimmo con un idea politica ben marcata, e concedere un’ alternativa priva di contenuti politici (più abbordabile) è servita anche a misurarsi con noi stessi e con la città.
All’inizio tutti ci dicevano “tutti insieme nello stesso gruppo? Noi non ci staremo mai...”: eccoci qui,qualcuno si è ricreduto, qualcuno non è ancora convinto (per presa di posizione), altri testimoniano il nostro progresso con tanta invidia;credi, per la mentalità di questa gente,nel nostro piccolo è stata una rivoluzione.
2) Nell’ambito di un attacco generalizzato nei confronti di chi si pone in termini di scontro con la classe al potere la repressione assume le forme che di volta in volta ritiene più adeguate. Negli utlimi mesi sono sempre più frequenti episodi in cui alla tifoseria di sinistra engono applicati gli stessi articoli che colpiscono chi si mmobilita nelle piazze. Potresti fare una panoramica di questa analogia?
Questo è il fulcro principale della nostra teoria sul rapporto politica/stadio in resistenza ultras, per uno stato che incentra il suo attacco repressivo in seguito ad una campagna di criminalizzazione degli stereotipi; non c’è niente di meglio che avere di fronte un mucchio di persone unite “solo dalla voglia di fare casino” anziché combattere dei ribelli sempre pronti a rivendicare le proprie azioni con un carattere politico cosciente, iniziare a concepire la curva ed il calcio come espressioni popolari della “domenica”del proletario e quindi anche come luogo di sviluppo di idee anticapitaliste e antifasciste; significa anche cominciare a combattere quella logica che ha voluto generare il business capitalistico che purtroppo lo gestisce.
Il fatto poi che in questi ambiti si sollevino lotte proletarie e si generino nemici della classe dominante fa si che in entrambi i campi (manifestazioni politiche e sportive) rendano interscambiabili le azioni repressive di uno stato dedito alla lotta al comunismo e al contropotere in generale, facendo sì che gli uni servano da “palestre” per gli altri.
3) Quali sono gli episodi repressivi più significativi che vi hanno riguardato?
Tanti, e a dire il vero abbiamo perso il conto, anche perché la repressione in una città di 180 000 abitanti si respira giorno per giorno. Livorno non è Roma ne’ Milano ma a paragone di queste ci sono un numero di diffide emanate (circa 200) che dimostrano quanto l’attenzione della città sia incentrata sull’agire di un gruppo di ragazzi auto organizzati come noi anziché pensare ai molti, troppi, omicidi irrisolti (una decina).
In questi anni abbiamo notato come la nostra onnipresenza nella vita politica e non della città,abbia preoccupato gli apparati della repressione borghese fino al punto di portare ogni “militante” del nostro gruppo ad essere accompagnato ad ogni processo da una “relazione” dei G.I.P. che certifica l’appartenenza al gruppo “estremistico” delle B. A. L., anche in processi che non riguardassero lo stadio, facendo sì che un pugno in una rissa per viabilità ti porti a 30 giorni di isolamento, o questa o quella scazzottata da bar a 4 mesi di carcere.
Una volta all’indomani del g8 (dove eravamo in tanti) scoppiarono degli scontri con degli pseudo napoletani giunti sotto la Nord, in realtà sbirri in borghese, in quella occasione denunciammo il fatto che lo sbirro in questione aveva (prima di essere inseguito da mezza curva) estratto una pistola “gratuitamente” in faccia a dei ragazzini; nonostante avesse lui ovviamente dichiarato di non averlo mai fatto, trovammo (una manna dal cielo) una foto casuale che ritraeva l’episodio, marciammo per il centro della città dove obbligammo il questore a venirla a ritirare di fronte a tutti i media.
Prima accusarono un fotomontaggio, poi il deposito del negativo da un noto “avvocato” ne certificò la genuinità, ottenemmo la tacita scarcerazione di un compagno indagato per rissa da mesi in carcere come dire «state buoni», del resto non abbiamo mai avuto risposta.
Con la triestina esponemmo uno striscione a favore delle Foibe mentre quelli che poi sono diventati «vittime» esponevano e cantavano «me ne frego» durante il minuto di silenzio che ricordava il giocatore di colore Majele: il risultato è stato un putiferio incredibile, dopo decine di anni in cui negli stadi italiani non si inneggia all’olocausto e al terzo reich, il presidente della repubblica e tutta la sinistra istituzionale si schierarono verso la nostra condanna, pagine e pagine di giornali, a Livorno addirittura un morto sul lavoro passò in secondo piano.
Il risultato è stato decine di denunce a chi era ritratto sopra lo striscione (esposto 90 minuti) visto che leggi in merito non ce n’erano; ai malcapitati hanno appioppato una legge generata ma mai sfruttata per i nazi, cosi quei compagni si sono ritrovati una denuncia e diffida per esposizione di uno striscione Xenofobo (?). In seguito come logico sono state annullate, ma il fatto assurdo è che è stato fatto per fare «patta e pari» con le denuncie di tentata ricostituzione del partito fascista annullate ai triestini… A Trieste da 2 anni non riusciamo, senza motivo, ad assistere alla partita, quest’anno hanno fermato 2 pullman (110 ragazzi), li hanno identificati e perquisiti (con esito negativo) per furto; il risultato, 110 denunce e diffide per furti e danneggiamenti mai appurati.
Questa finirà come molte altre volte, i procedimenti penali verranno magari archiviati perché le indagini rivelano l’assurdità dei fatti, la diffida (atto amministrativo) rimarrà comunque per 2 o 3 anni nei quali ogni volta che gioca il Livorno (amichevoli comprese) bisogna recarsi 2 volte in questura a firmare .
4) A livello di controllo telefonico, telematico e non solo, cosa avete potuto riscontrare nei vostri confronti?
Abbiamo come tutti una “squadra tifosi” che ci segue, senza il benestare della quale spesso non si riesce ad organizzare niente; come avviene in ogni città “calda”, questo rapporto di forza è a volte aggirabile e a volte meno. In questa o quella trasferta devi mangiare la foglia e chiedere i permessi per i treni speciali, in altre siamo irreperibili fino alla domenica mattina dove partiamo alla spicciolata e fuori dai controlli ma non sempre è possibile.
I telefoni friggono come quelli di molti altri compagni del movimento, il sito è continuamente monitorato ma come abbiamo detto nell’ultimo comunicato se la repressione borghese porge tanta attenzione nei nostri confronti significa che qualcosa di buono l’abbiamo fatto...
Riscontri? In alcuni processi, che tutto riguardavano meno che lo stadio, ci siamo visti tirare fuori filmati, articoli di giornali, e registrazioni di manifestazioni o partite, il P.M. chiedeva agli indagati (come se ci combinasse qualcosa) se eravamo militanti del gruppo o meno...
D’altronde con tutto il tempo che perdono qualcosa faranno pure loro.
5) E’ emersa la volontà di creare un “Fronte di Resistenza Ultras” contro la repressione, cercando di superare le divergenze di natura strettamente calcistica. Credete che questo movimento si potrà estendere ulteriormente, comprendendo tutte le tifoserie con affinità politica?
Si, o almeno questa era la nostra idea.
Poi abbiamo fatto i conti con l’ipocrisia di alcune tifoserie con le quali non siamo riusciti a “sfondare” i termini dell’antirazzismo, che per noi è sinonimo di antifascismo militante, ma intraprendere questa scelta in curva significa anche ridurre le forze, non a caso per molte tifoserie reputate di sinistra è più importante il colore sociale dell’ideologia politica magari perché proprio quegli abili picchiatori che difendono il gruppo, tutto sono tranne che compagni, ma vanno in curva assiduamente e fanno molto comodo o addirittura sono più importanti dei compagni stessi.
Pensa, molte di queste curve ci hanno accusato di rovinare il movimento, solo perché le scelte che abbiamo intrapreso ed invitato ad intraprendere non erano alla loro portata.
Non a caso abbiamo avuto molti consensi nei piccoli gruppi di compagni che stanno nelle curve storicamente a destra, che sono e devono restare «anonimi sostenitori», mentre in quelle rosse che col tempo si sono «scolorite» non abbiamo ottenuto neanche il confronto, questo testimonia la pericolosità della tattica dei fasci che quando sono i minoranza inneggiano all’unità dei colori sociali, al campanilismo sfrenato, ma una volta che prendono il sopravvento non concedono spazi e come noto si aiutano l’uno con l’altro viaggiando spesso in trasferta insieme (vedi scontri Roma - Brescia, tra i romanisti molti laziali per scopi politici).
Questo progetto era volutamente «out out» perché non voleva essere il solito progetto cometa che proponeva ma non concludeva, parlava chiaramente di eliminazione collettiva dei fasci dalle nostre curve; quando abbiamo parlato di non belligeranza tra compagni qualcuno ha arricciolato il naso; adesso tra noi Ternani e Anconetani, nonostante un tempo non corresse buon sangue, è nato un bellissimo rapporto di reciproco rispetto e di intesa politica; quando abbiamo sfilato insieme in manifestazione i più hanno detto «guarda quelli…». Ora, a distanza di poco, questi elementi per combattere la repressione hanno sfilato insieme ai fasci di mezza Italia.
Pensa te un compagno che trova dei campi in comune ad un fascio per combattere la repressione… Ci sono curve che si accontentano di collezionare iniziative a sfondo politico di bella facciata, , dirette e interpretate dai centri sociali del posto, il tutto per tentare di rimanere ancorate a quello che non sono più, o forse non sono mai state, e magari la domenica attaccano i «compagni» assieme ai fasci con cui sono cresciuti.
6) Cosa significa per voi fare politica allo stadio?
Significa tutto, significa dare un carattere cosciente al gruppo, nei limiti che il confuso ambiente curvaiolo ti permette e nei vantaggi che l’attenzione che l’Italia pone nei confronti del calcio ti concede.
Da quando in città sono sbucati fuori miriadi di «bimbetti» che indossano maglie con stemmi e immagini che neanche i vecchi comunisti stessi pensavano di rivedere, immagini della rivoluzione russa, cubana, del P.C. clandestino degli anni 20, che scrivono sui muri «viva Stalin» e «non un passo indietro», qualcuno ci ha accusato di plagio; e pensare che magari uno di questi è il figlio di uno sbirro, o di un assessore che da anni ci da la caccia ci ha fatto pensare alla disgrazia che possiamo rappresentare per questi personaggi abituati sempre a vincere.
Abbiamo risvegliato una città in letargo, corrosa e immobilizzata dallo strapotere della borghesia di sinistra che tutto vuole tranne che ricordare che cos’è il comunismo; per noi la valutazione di 150 di storia del movimento comunista è e deve essere positiva, questi signoroni del popolo amano sventolare i simboli di una storia che non gli appartiene.
Tante volte ci hanno bollato come gli «stalinisti», in curva nord, nelle B.A..L. ci sono ragazzi provenienti da varie aree antagoniste, non si mangia nessuno, e si rispetta tutti, molti di noi, quasi tutti, rifiutano il «revisionismo» che oltre che infangare la memoria di numerosi compagni come Lenin, Stalin, Mao, Castro e tra un po’ Guevara, distorce la storia ingoiando passo dopo passo anche il ricordo della resistenza antifascista.
Tanti di noi sentono l’esigenza di un vero partito comunista, privo di tabù e dei legami parlamentaristi che nel corso degli anni hanno fatto stabilire alla borghesia e non ai comunisti stessi cosa per essi era legittimo o meno; altri neanche si pongono il problema e guardano al lato sociale delle iniziative realizzate (fondi terremotati, emergency…). Noi cerchiamo sempre di rendere accessibile anche la lettura a tutti, tramite i banchetti di testi e giornali in curva, poi se questo è il plagio ben venga: in altre curve si insegna a picchiare i negri… Hanno monopolizzato l’istruzione, i media e ogni passo che muove questa società si muove verso l’assimilazione del concetto in/out, dentro i canoni sei civile, al di fuori sei un «estremista». Ma lo stadio devono ancora conquistarselo, da anni ci provano ma non ci riescono: almeno fino a che uno solo di noi sarà ancora in libertà i «padroni» di Livorno dovranno fare i conti con i nostri ideali.
Molti compagni snobbano le curve e il calcio come molti Ultras fanno con gli ambienti politici di movimento, questa è una grossa limitazione con la quale purtroppo abbiamo spesso fatto i conti, nessuno deve precludersi nessun campo di sviluppo di idee di lotta; se il calcio è in mano al capitalismo è l’ora di combatterlo non di abbandonarlo, se la politica e il movimento sono pieni di arrivisti è il momento di combattere per cambiarlo.
Dopo i fatti dei «disobbedienti» di Livorno abbiamo attirato simpatie quante antipatie, qualche rapporto con le aree politiche locali (P.r.C. in primis) si è interrotto ma noi non dobbiamo rendere conto a nessuno, tanto meno a chi si sente costretto a prendere le distanze per scopi elettorali imperati dalle esigenze opportuniste delle segreterie nazionali. Queste non sono logiche «comuniste» ma di marketing parlamentarista; tanti, molti compagni ci hanno testimoniato la propria solidarietà, dalle aree più inimmaginabili, stufi anch’essi dell’egemonia che questi figliotti di papà hanno instaurato; a Genova sembrava avessero comprato i diritti televisivi della manifestazione.
In ogni manifestazione a cui abbiamo partecipato da quel momento, arrivavano voci che avevamo aggredito questo o quel compagno dei loro, che eravamo responsabili di questi o quei danneggiamenti, anche quando non centravamo niente o addirittura non c’eravamo nemmeno.
Chissà da chi provenivano e a cosa servivano queste fughe di notizie… Hanno provato a cacciarci da una assemblea pubblica che riguardava iniziative che si sarebbero svolte nella nostra città (blocchi portuali) alle quali poi tra l’altro non hanno neanche partecipato, ci hanno accusato di averli aggrediti in 100 con caschi mazze e spranghe di ferro nonostante l’unico refertato avesse una sbucciatura alla gamba, sfruttando l’attenzione degli sbirri e dei media che dicono di combattere. Poi parlano di repressione e criminalizzazione....
Dicono spesso di sentirsi vicini agli studenti di piazza Tien a Men, e il comunismo eretico di Trotsky, (da una loro intervista), vorrà dire che noi faremo i carri armati e gli agenti dell’NKVD….
Livorno 10/10/2003
Direttivo
Brigate Autonome Livornesi 1999
Speciale Mondo Ultras Italiano: Curva Sud Milano
Il Gruppo BRIGATE ROSSONERE nasce dalla fusione tra CAVA DEL DEMONIO ed ULTRAS due piccoli gruppi della Curva Sud, viene subito ripopolato da alcuni ex appartenenti alla FOSSA DEI LEONI che, a quei tempi era situata a metà strada tra il tabellone e la curva sud.
La prima uscita del nostro striscione avviene a BOLOGNA - MILAN il 19 Ottobre 1975.
Ognuno tra i nostri associati, si deve impegnare solo per il tempo che ha a disposizione e mai contro voglia.
Il gruppo deve essere organizzato sul consenso e non sull'imposizione.
L'entusiasmo è la nostra forza aggregante ed esso evidentemente non può essere forzato da chicchessia.
Il gruppo si AUTOFINANZIA attraverso i tesseramenti e la vendita di materiale da Stadio ( SCIARPE, MAGLIETTE, CAPPELLINI, BANDIERE, SPILLE, ADESIVI, FOTOGRAFIE ) del nostro tifo, con il nostro nome ed i nostri simboli ed ha un unico scopo fondamentale quello di seguire SEMPRE e OVUNQUE il Milan per incitarlo in casa ed in trasferta che vinca o che deluda, vicino o lontano.
Il gruppo BRIGATE ROSSONERE ha sempre seguito il Milan in tutte le PARTITE disputate a S.SIRO, in tutte le trasferte di CAMPIONATO,COPPA UEFA, COPPA CAMPIONI, COPPA ITALIA, COPPA COPPE. Le BRIGATE ROSSONERE sono un gruppo che ha il costante bisogno di ragazzi che collaborino.
A noi interessano relativamente la composizione del Consiglio di Amministrazione ed il Presidente della Società, ciò a cui noi teniamo veramente sono i GLORIOSI COLORI ROSSONERI perché come si dice: GLI UOMINI PASSANO, IL MILAN RESTA.
E' ovvio, poi, che siamo contenti di avere una Società FORTE e dei Campioni in Squadra ma , la storia lo conferma, anche negli anni più tristi e meno carichi di onori e gloria,il nostro attaccamento e la nostra presenza militante non sono mai venuti a meno.
Così potrebbe essere sintetizzata la nostra volontà di seguire il Milan. Non siamo tra quelli che si vantano di conoscere il tal giocatore o di potersi recare nelle zone della sede di via Turati rigidamente chiuse ai visitatori; il nostro orgoglio è rappresentato dai nostri cori e dalle coreografie, dalla capacità di recarsi OVUNQUE al seguito dei nostri RAGAZZI che indossano le casacche rossonere, dalla volontà di non recedere da tale proposito in occasione di trasferte lontane, disagevoli o pericolose; convinti, come siamo, che né le minacce, né la violenza, né la mancanza di biglietti siano per le BRIGATE ROSSONERE ragioni valide per rinunciare alla nostra passione.
Noi siamo un gruppo che non usa volentieri la FORZA, L'INTIMIDAZIONE O LA VIOLENZA, ma tutti sanno che non ci fermiamo di fronte a nulla e, se siamo messi alle strette, abbiamo la capacità di DIFENDERCI e RISPONDERE.
Come abbiamo già scritto, noi non siamo mai aggressivi per principio: ci piace seguire il MILAN OVUNQUE e ciò ci espone a rischi da cui non possiamo sottrarci e, in questo caso, difendersi con tutte le proprie forze diventa una necessità.
Mai le BRN hanno aggredito persone inermi mai hanno sfasciato automobili e negozi nelle città che ci ospitavano,
mai infine abbiamo coinvolto alcuno in episodi che non erano giustificati da azioni ben precise.
Anche di ciò siamo orgogliosi,anche perciò siamo assolutamente unic
BRIGATE è storia.
E' patrimonio custodito gelosamente da tutti noi che siamo parte di questa fantastica ed irripetibile avventura.
Una storia difficile da raccontare,scritta sugli spalti d'Italia e d' Europa, sui sedili di PULLMAN, TRENI, AUTOMOBILI e (pochi) AEREI, una storia costruita attorno ai tavoli delle birrerie ed agli angoli delle vecchie strade buie di Milano.
Mille e più momenti di gioia e dolori ugualmente intensi,stupiti per chi guarda dall'esterno,fondamentali per noi. Storie di PASSIONE e di FEDE di AMORE e di ODIO, di cuori continuamente gettati oltre l'ostacolo grazie all'amicizia ed alla solidarietà che ci uniscono.
La fierezza e la purezza che ci contraddistinguono sono gli elementi che ci avvicinano a tutti coloro che disprezzano VILTA' e MEDIOCRITA'.
BRIGATE è essere SEMPRE PRESENTI, in prima fila per RISCHIARE, per SOFFRIRE, prima ancora, che per gioire e vivere insieme.
---------------------------------------------------------------------------------
L'altro gruppo di rilievo e' la Fossa Dei leoni gruppo nato nel 1968
Gli Stessi hanno anche fatto un libro sulla loro storia.
Fossa dei Leoni
Indicare la data precisa della fondazione del club è impresa impossibile, in quanto si è trattato di una aggregazione spontanea di persone, allargatasi nel tempo. L'anno è certo e si parla del 1968. Con l'andare del tempo uno sparuto gruppo di ragazzini (amici di scuola, compagnie di quartiere, amici degli amici) comincia ad occupare e a ritrovarsi presso la rampa 18 nei famosi popolari. Molti di loro indossano la maglietta del Milan, portano bandiere e sacchetti di plastica pieni di ritagli di carta da lanciare come coriandoli.
Nel 1972 dalla rampa la Fossa dei Leoni si sposta sul rettilineo e tratto dal film L'armata Brancaleone nasce il primo inno della Fossa.
------------------------------------------------------------------------------------
Commandos Tigre:
I commandos clan nascono nel 1967. Prima erano i Fedelissimi ma durante una trasferta a Madrid contro l'Aiax venne strappato lo striscione dagli spagnoli e tornando a Milano decisero di togliere il termine clan e chiamarsi commandos tigre. Il nome, secondo Richy, dava l'idea di un gruppo più forte. Si posizionano da subito nei distinti copiando così i tifosi inglesi che si posizionano vicini ai giocatori. Fino al 1985 sono in curva nord, poi si spostano i ncurva sud per formare con il folklore e non solo una curva forte. Ci tengono a sottolineare che l'aspetto aggregativo è l'unico punto di riferimento per tutti, insieme alla fede per i colori rossoneri. Non hanno mai accettato che questo universo giovanile venisse sovrapposto da altri aspetti e affermano che i commandos riescono ad unire con entusiasmo giovani di tutti i colori e tutte le razze.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Samb
Gruppi: Onda d'Urto, Vecchio Fronte 88, Inferno Rossoblu, Irriducibili
Descrizione della curva e del tifo: L'ideologia di sinistra (apparte il Vecchio Fronte'88 ) è prevalente per tradizione. Molto caloroso e violento, merita migliori palcoscenici.
Gemellaggi: rimini, civitanovese
Amicize: roma, paternò
Rispetto: chieti, taranto, krotone
Inimicizie: ascoli, ancona, pescara, maceratese, lazio
DA TIFONET:
Nonostante il fallimento e le strazianti delusioni la Nord non si è mai arresa ed è stata sempre al fianco della squadra. Poche tifoserie sarebbero sopravvissute ma loro ce l'hanno fatta e alla grande. L'Onda d'Urto,il gruppo principale,dopo un certo ridimensionamento di uomini sta vivendo una seconda giovinezza,ed il defluire dei "vecchi" nella gradinata est ha fatto nascere in questo settore svariati nuovi gruppi,cosa molto rara in italia. Nella Nord giovani e meno giovani pronti a tutti per la Samb. Nella Est una sorta di "padre" supervisore. La tifoseria appare sicuramente più vivace e colorata rispetto a quella ascolana (sono bellissimi i cori e spettacolari le coreografia)ma di certo un gradino sotto rispetto ai cugini in ambito di compattezza e organizzazione. In trasferta forse i migliori del girone insieme agli Avellinesi. Negli scontri non si tirano mai indietro,famosi i tafferugli di pescara,da segnalare la brutta figura dell'anno scorso a Teramo. I principali difetti della tifoseria Sambenedettese forse sono la sua eccessiva spacconaggine (in questo ricordano un po le romane) in rete come in qualsiasi organo di informazione in materia ultras e la sua ancora (per poco) scarsa esperienza in categorie superiori. Questo li porta ad azioni spettacolari,ma autolesioniste.
DOPO LA TRAGICA MORTE DI MASSIMO CIOFFI NEL 2003,STORICO FONDATORE DELL'ONDA D'URTO,LA CURVA ROSSOBLU' FU SUBITO INTITOLATA A LUI
QUESTO E' L'ARTICOLO KE RIPORTA LA SCOMPARSA DI MASSIMO:
Si è spento l'altra notte intorno alle 4.00 Massimo "Cioffi", lo sfortunato tifoso caduto dall'anello superiore della curva nord il 4 maggio 2003 durante la gara Sambenedettese - L'Aquila
E' Morto Massimo Bruni, detto "CIOFFI", storico tifoso rossoblu' vittima di un tragico incidente durante la stagione 02/03, quando accidentalmente cadde dal secondo anello del Riviera delle Palme durante la gara di campionato Sambenedettese - L'Aquila.
Massimo Bruni, detto Cioffi, non era un tifoso qualsiasi, bensi' un fondatore dell'Onda D'Urto, e quindi del tifo organizzato a SBT. Dalla transenna del vecchio stadio Ballarin faceva nascere il tifo sambenedettese e lo ha portato ai livelli attuali. Quella transenna, campo di tante battaglie, gli e' stata fatale, e ha dato la vita per una fede.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Curva Nord Milano
La curva nord di milano interista e' formata da tre gruppi:
1)Boys San
2)Irriducibili
3)Viking
Il gruppo principale e' quello dei boys san questa e' un pezzo della
loro storia......
E' stato il grande Helenio Herrera ad introdurre il concetto di tifoseria organizzata a Milano: "Moschettieri" prima e "Aficionados" poi hanno organizzato in maniera primordiale il tifo da stadio milanese, una forma di sostegno ben lontana da quella che oggi si intende come tale. E' nel contesto della fine anni sessanta che nascono i Boys, gruppo nato da un distaccamento di alcuni ragazzi dall'Inter Club Fossati, creando così di fatto il primo gruppo ultras a sostegno dell'F.C.Inter. Il nome del gruppo è ispirato a "Boy", un ragazzino dispettoso, protagonista di una serie a fumetti pubblicata sul giornale dell'Inter; l'unione con la dicitura "Le Furie Nerazzurre" completa il nome del neonato club. Il primo striscione dei Boys viene realizzato nel 1970, esordendo a Roma con la Lazio nel mese di marzo, per poi comparire a San Siro nell'attuale secondo anello arancio nel mese successivo. La diversificazione dallo "spettatore" tipo dell'epoca è alla base della filosofia e dello spirito con cui questi ragazzi agiscono, oggi come allora.
.:GLI ANNI SETTANTA:.
Negli anni settanta, periodo di pionierismo ultras, i Boys si distinguono per un organizzazione ed un affiatamento invidiabile, che li porta a seguire l'Inter in quasi tutte le trasferte difendendo i propri colori e lo striscione con onore anche in trasferte epiche per l'epoca quali Roma, Napoli o Bari. Tuttavia il numero relativamente esiguo di ultras disposti a seguire la filosofia dei Boys, ha costitutito un freno non indifferente: Le coreografie erano costituite da primordiali "cartate" e dallo sventolio di bandiere autofinanziate e autoprodotte, un effetto che oggi può far sorridere, ma che ha costituito la base per qualsiasi coreografia del giorno d'oggi. In questi anni si vengono a creare le prime tensioni con i gruppi ultras rivali. Principali avversari del periodo sono Bergamaschi, Granata, Doriani e, soprattutto, Milanisti. Con questi ultimi gli scontri raggiungevano l'apice della ferocia, in quanto, all'epoca, le due tifoserie erano praticamente attaccate, entrambe all'attuale secondo anello arancio, spostati verso la Nord noi, verso la Sud loro. Nel 1979 i lavori di ristrutturazione dello stadio San Siro portano i Boys nell'attuale posizione, ovvero nel cuore della curva Nord.
.:GLI ANNI OTTANTA:.
Gli anni ottanta rappresentano il periodo di maggior splendore del gruppo dei Boys. All'inizio del decennio compare per la prima volta la dicitura S.A.N. (Squadre d'Azione Nerazzurre) all'interno del nuovo striscione. Successivamente, a causa di dissidi tra i direttivi, avviene la cacciata al primo anello del gruppo "Potere Nerazzurro", mentre contemporaneamente si fa largo il gruppo dei "Forever Ultras", nato nel 1975. La violenza dilaga all'interno del gruppo, famosissimi gli scontri del 22 novembre del 1981 a San Siro contro i romanisti, o quelli dell'anno successivo a Genova. L'apice però avviene come sempre contro i cugini rossoneri: l'ondata di violenza non si circoscrive nei giorni dei derby (rari per la verità in quel periodo, viste le retrocessioni del Milan), ma si propagano nella vita quotidiana finchè, al termine di un derby valido per il Mundialito del 1983, caratterizzato tanto per cambiare da violenti scontri, non si decide di stipulare un patto di non aggressione che sopravvive tutt'ora. Dal punto di vista coreografico avviene un evoluzione sostanziale rispetto agli anni settanta: i primi fumogeni e torcie fanno la loro comparsa a cavallo tra i due decenni e viene realizzato nel 1985 il primo bandierone copricurva. Gemellaggi importanti del periodo vengono fatti con gli ultras di Verona (durerà fino al 2001), Firenze (fino al 1987) e Sampdoria (fino al 1992). Nell'ultimissima parte di questo fantastico periodo avviene un'altra importante innovazione: viene realizzato un bellissimo striscione in cerata, che tutt'oggi campeggia al centro della Curva Nord.
.:GLI ANNI NOVANTA:.
Gli anni novanta si aprono con la conquista della prima coppa Uefa ai danni della Roma. Nello stesso anno la Sampdoria ci soffia lo scudetto nello scontro diretto a San Siro, incrinando irrimediabilemente il gemellaggio, sciolto nel 1992. Gli scontri sono ancora cruenti sull'onda degli anni ottanta, ma vengono affievoliti nettamente dall'avvento delle prime diffide, aumentate a seguito dell'omicidio di Vincenzo Spagnolo nel 1995. Se negli anni ottanta era stata quindi la violenza a guidare le azioni dei Boys, negli anni novanta ci si sofferma giocoforza di più sull'aspetto coreografico del vivere la curva. I primi sono anni di transizione, in quanto l'inesperienza e, forse, la sottovalutazione di sè, portano a risultati buoni, ma non eccelsi, vista anche la rapida evoluzione in questo campo di molti gruppi rivali. La consapevolezza di essere "competitivi" anche sotto questo aspetto avviene gradualmente, anche grazie alla collaborazione con tutti gli altri gruppi della Curva Nord.
.:I GIORNI NOSTRI:.
Il 2001 sancisce la rottura del gemellaggio con gli ultras veronesi a causa di dissidi con il nuovo ed arrogante direttivo della curva gialloblù. L'Inter poi non fa altro che deluderci, ma noi, i Boys San Milano, saremo sempre al suo fianco, impegnandoci ancora di più per l'onore della nostra amata maglia.
----------------------------------------------------------------------------------
Irriducibili.....................
nascono nel 1988 prendendo il posto degli skins.
Nel 1997 fanno una fusione con Zona Nera(una ventina di militanti)
gruppo di politica di estrema destra.
Sullo strscione hanno disegnato il mutley e la loro bevanda preferita
e' la birra
----------------------------------------------------------------------------------
Brianza Alcolica:
La Brianza Alcoolica nasce nel novembre del 1985, anche se era dall’anno prima che se ne parlava ed un abbozzo di striscione era apparso anche a Madrid. Marzio, Pierangelo, Marco, Andrea, Marcuccio, Alberto e la Monichina frequentavano il Bar Spavento a Milano ed un giorno decisero di fondare un gruppo tutto loro. Era già tutta gente navigata per quanto riguarda la frequenza in curva e anche adesso a distanza di parecchi anni si vedono frequentemente, impegni permettendo, per motivi legati al lavoro oppure alla famiglia. Chiaramente chi ha la prole (tutti nerazzurri, era nel loro D.N.A., ”discendenza nero azzurra”), non riesce più a fare le trasferte, ma il loro apporto nelle partite casalinghe è pressoché costante. La partita di esordio è stata Inter-Juve 1-1 dopo l’esonero di Castagner e la dirigenza nerazzurra non era molto ben disposta nei confronti del gruppo a causa del nome (anzi del cognome), tant’è che si è dovuto far entrare lo striscione dall’esterno, issandolo dalla parte del galoppatoio con l’aiuto dei Boys. Il nome Brianza Alcoolica è nato per ribadire la provenienza dei suoi componenti da una terra a stragrande maggioranza di gobbi: ce ne sono tanti, troppi e si è ritenuto doveroso far sentire anche la loro voce. Il Presidente del gruppo tiene a precisare che nel 1985 altre squadre non esistevano, calcisticamente parlando, oppure facevano la spola in serie inferiori con risultati spesso esilaranti, da qui lo slogan del gruppo e suo cavallo di battaglia:
Mai stati in “B”.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Romani
La Curva Sud racchiudeva una miriade di gruppi e gruppetti, tutti validi ma tutti divisi. Formati per lo più da gente di quartiere, ognuno lanciava i suoi cori senza un vero coordinamento. Progenitori del movimento ultras in Curva Sud furono i Guerriglieri della Curva Sud, i Fedayn i Boys, la Fossa dei Lupi, attivi fin dai primissimi anni '70.
Il 9 gennaio 1977 (Roma-Sampdoria 3-0), seguendo l'esempio dei primi gruppi ultras che si davano da fare (come detto, tra i primi, gli Ultras Granata), tutti questi gruppi (Guerriglieri della Curva Sud, Pantere, Boys, Fossa dei Lupi) decidono di unirsi: nasce il Commando Ultrà Curva Sud. Il Commando di allora (che in trasferta portava di solito lo striscione più piccolo Ultrà Roma) era un gruppo ultras nel vero senso del termine: gli adesivi dicevano "Col cuore in sud, con le spranghe in nord" e non c'erano certo raffigurati Paperino o Cip e Ciop. Ed è meglio lasciar perdere le SCRITTE che si leggevano sui muri di Roma! La persona più rappresentativa era Geppo, che si schierava quando c'era da schierarsi. Dal 1977 al 1987 il C.U.C.S. ha fatto scuola in Italia e nel mondo: tifo continuo e compatto in casa e in trasferta, tutti schierati se c'erano problemi, nessun rapporto con la società A.S. Roma. Era un altro calcio, è vero. Pruzzo correva sotto la Sud dopo i gol, è vero.
Fino al 1985 la polizia manco ti scortava in trasferta è vero. Comunque la gente buona c'era e si era rispettati.
Tutto inizia ad incrinarsi nell'estate del 1987, quando arriva Manfredonia. La Curva Sud, prima dell'acquisto, è compatta nel chiedere a Viola di non acquistarlo, perché reo di dichiarazioni diffamatorie nei confronti dei tifosi della Roma nonché condannato per aver venduto le partite della squadra in cui aveva sempre militato e di cui era tifoso, la Lazio (pensate che personaggio). Ricordate lo striscione di una cinquantina di metri "Viola, non ci vomitare Manfredonia" e "Viola compra tutti tranne i venduti"? Insomma, prima dell'acquisto la Curva era compatta nel rifiutarlo. Purtroppo Viola decide comunque di acquistarlo e la Curva Sud si spacca. Ahinoi, irrimediabilmente. Il C.U.C.S. si divide in due: i fondatori (o meglio, la maggior parte dei fondatori), danno vita al G.A.M. (Gruppo Anti-Manfredonia) che altro non è, comunque, che il Commando Ultrà Curva Sud "storico", mentre la minor parte dei fondatori, dopo aver messo fuori la curva un volantino con su scritto "Il Commando si è spostato", prende posto sul muretto "storico" lato Monte Mario, e danno vita al
"Vecchio CUCS". Anche grazie a questo piccolo ma intelligente stratagemma questo ultimo gruppo acquista una notevole consistenza e, via via, una notevole capacità organizzativa.
Il Vecchio CUCS riteneva che, essendo Manfredonia ormai diventato della Roma, che lo si odiasse o lo si amasse, non poteva essere fischiato e così la pensava la maggioranza della Sud (la cosa fa sorridere oggi, se si pensa a come la stessa Curva ha trattato Delvecchio), nonostante tutto quello che era accaduto e nonostante il personaggio. Il CUCS-GAM, invece, voleva rimanere fedele alla linea iniziale ("Manfredonia boia, non ti ameremo mai") e con i suoi striscioni (tipo: "Manfredonia dacci le quote") continua a contestare Manfredonia sin dal pre-campionato e per buona parte del campionato vero e proprio. I casini più gravi accadono in occasione di Roma-Genoa del 2 settembre 1987 di Coppa Italia allo Stadio Flaminio: nel momento in cui il CUCS-GAM innalza uno striscione con su scritto "Indegno, levati quella maglia", si scatena una violentissima rissa tra centinaia di persone e ci scappano pure un paio di coltellate. A dire la verità, se proprio vogliamo dirla tutta, il CUCS-GAM (fischiatissimo quando contestava Manfredonia) fu aggredito dalla maggior parte della gente della Sud e lo striscione ridotto in pezzi. Per chiarire ancor più le idee su questo importante passaggio, prendiamo uno spunto dal libro “Forza Roma, daje lupi” di Marco Impiglia: “...il CUCS si spaccò in due: un gruppo, capeggiato da Malfatti e comprendente ottimi organizzatori come Elio Nunzi, Pietro Uinni, Marco Bartolini, si espresse a favore della decisione del presidente, allineandosi alla posizione dell’Associazione Italiana Roma Club; un altro, guidato dal carismatico Trenta e comprendente quasi per intero il gruppo dirigente (tra gli altri: Venturelli, Scarciofolo, Roberto Molinari, Gianluigi Frea, Franco Nicastro, Roberto Cucculelli, Massimo Dolce, Luca Laganà), si schierò contro le direttive societarie.
Il gruppo di Malfatti prese la denominazione di Vecchio CUCS, quello di Trenta si chiamò CUCS-Gam. IL Gam cercò inutilmente di ottenere le scuse ufficiali da Manfredonia durante il ritiro di Vipiteno .... Il campionato cominciò con la visione manifesta della spaccatura avvenuta in Curva Sud: il Vecchio CUCS dal lato Monte Mario e il CUCS-Gam dal lato Tribuna Tevere si dividevano equamente lo spazio. Dopo un contestazione a base di canti (naufragata in una rissa con visita in questura [si parla di Roma/Genoa, n.d.r.] ), Trenta e compagni cambiarono strategia e inaugurarono uno “sciopero del tifo”, che lasciò nel silenzio metà Sud fino alle scuse ufficiali di Manfredonia, occorse nel Novembre 1987. Rientrata la questione Manfredonia, i rapporti tra i due gruppi della Sud rimasero tesi. Antipatie personali e dissidi di carattere economico (la registrazione all’ufficio brevetti del marchio CUCS da parte del gruppo di Trenta) impedirono un reale riunificazione del Commando. Il Vecchio CUCS aveva dalla sua il vantaggio di rappresentare la linea filo-governativa, vicina all’Associazione Italiana Roma Club e all’A.S. Roma. Trovava spazi sulla rivista “La Roma” [quella ufficiale della Società, n.d.r.]. Molte nuove sezioni “estere”, specialmente nel centro-sud, vi aderivano. Il CUCS, aveva meno sezioni, ma disponeva dei marchi originali (la famosa sciarpa CUCS Roma) e di un buon rapporto con Viola. Anche il CUCS si garantì una tribuna sulla rivista di Francesco Campanella “Magica Roma”, cercando di mantenere aperto il dialogo con i Roma Club”.
Com'è logico, da quel momento (e, secondo me, è proprio qui che inizia il calcio-industria vero: TUTTO E' POSSIBILE, perché la gente lascia che tutto sia possibile) tutto cambia: tutti i gruppi tornano alle originarie posizioni: I Fedayn, che pur essendo stati sempre un pò isolati avevano però sempre partecipato alle attività (grande il loro motto degli anni '70: "distruggere tutto ciò che non è giallorosso"!!!), non partecipano più ai cori e tifano per conto loro, i Boys tirano fuori di nuovo il loro striscione, il CUCS-GAM per difendersi dal Vecchio CUCS che reclama la paternità del Commando Ultrà Curva Sud registra da un notaio il nome e si astiene dal tifare quando c'è Manfredonia in campo, rivendicando la scelta per ragioni di cuore.
Come detto, il Vecchio CUCS, a sua volta, si sposta sul muretto "storico" della Curva Sud lato Monte Mario e considera il CUCS-G.A.M. come dei fuoriusciti. Ma ormai la divisione è completa e a nulla serve che il "balordo" smetta di giocare per problemi cardiaci . L'ala più dura e radicale del CUCS GAM, al grido di "Roma e gloria", si distacca formando "Opposta Fazione", gruppo elitario che rifiuta ogni contatto con gli altri gruppi, "colpevoli" di avere tradito gli ideali ultras.
Nel frattempo la politica entra in curva e la Sud da "rossa" che era negli anni '70 si sposta sempre più verso la destra. Se pure il tifo torna unito, gran parte dei vecchi ultras mollano la presa e si ritirano disgustati. I ragazzi più radicali del C.U.C.S. che non si riconoscono più nel gruppo danno vita ad un'infinità di gruppi che si formano a secondo dell'ideologia politica (ed è per questo che fioriscono le croci celtiche) o delle amicizie. Nella stagione 1993/94 il Commando viene riunificato, o meglio, alcuni tra i maggiori esponenti dell'ex CUCS-GAM decidono, "per il bene della Roma" di riunirsi con gli aderenti al Vecchio CUCS. Ma ormai è finita. Il gruppo vive un declino lento ma costante e non riesce più come un tempo a far presa sulle "nuove leve". La situazione è radicalmente cambiata alla prima partita interna del campionato del 1999/2000. In occasione di Roma/Inter si verifica un "cambio della guardia" un po' turbolento che sancisce il definitivo declino del CUCS.
I due volantini, quello del neonato gruppo che si è imposto nella parte bassa della curva, formato dalla fusione dei gruppi che stavano nella parte bassa della curva e quello del CUCS sono indicativi per capire la frizione e i motivi del dissenso.
Nel corso delle prime tre stagioni alla guida della curva gli AS Roma Ultras sono riusciti a ridarle un'identità che era andata smarrita inventando nuovi cori, ripresi da varie tifoserie in tutta Italia ed anche in Europa, e tifando in modo coreografico, pur senza i tamburi che avevano contraddistinto la Sud fino al 1999. La storia degli ASRU sembrava essersi chiusa in ascesa, con l'autoscioglimento proclamato il 1° marzo 2002, allorquando il direttivo del gruppo si era reso conto che le nuove dinamiche dei gruppi ultras presenti in curva non consentivano più di raggiungere gli obiettivi prefissati. Tuttavia, considerato che nessun gruppo si è poi fatto avanti per prendere le redini della curva il gruppo si è ricomposto, rafforzato, nell'estate dello stesso anno ma i dissensi in curva e rancori personali legati a diverse concezioni del tifo e del modo di essere ultras ancora nella stagione 2003/04 impediscono di avere una curva del tutto unita e gli stessi AS Roma Ultras subiscono delle miniscissioni interne. In occasione di Roma/Messina, gli AS Roma Ultras non espongono più lo striscione, sciogliendosi di fatto. Le ragioni dello scioglimento sono molteplici: difficoltà a continuare a ricoprire il ruolo di gruppo guida, diffide, scarso impegno del resto della curva, dissidi con altri gruppi e via dicendo.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Freak Brothers Ternana
L’anno 2000 è una tappa fondamentale per uno dei gruppi più conosciuti e rispettati del movimento ultras italiano: i Freak Brothers Ternana. Un gruppo tosto, irriverente, ma al contempo rispettoso di norme e valori, un gruppo schietto, deciso, che fa del suo credo politico a sinistra una componente inscindibile della propria identità. Le radici del gruppo affondano nel 1974 “con il mitico striscione” Ultras, come lo definiscono gli autori del libro. Sono gli anni dei campionati in serie A e B, gli anni dei violenti scontri con ascolani e genoani, sono gli anni in cui la polizia inizia a reprimere il gruppo mettendolo a dura prova. La svolta si ha nel 1980 quando, a seguito di una colletta organizzata “tra i ragazzi per pagare una multa ad un loro amico che era stato condannato nella trasferta di Parma, poi assolto”, il ricavato venne investito per l’acquisto della stoffa che avrebbe permesso la nascita ufficiale del primo striscione Freak Brothers. Il nome, tratto da un fumetto pubblicato in Inghilterra e Olanda, fa la sua prima comparsa al Liberati in occasione di Ternana – Francavilla. Dopo vari pellegrinaggi tra i vari settori dello stadio, i Freak si trasferiscono definitivamente nel loro feudo storico: la Curva Est. Tra una riunione e l’altra, tra una trasferta ed una coreografia, tra lo stampo di nuovo materiale e il sorgere di innumerevoli sottogruppi e sezioni, i Freak diventano una realtà consistente: un fenomeno destinato a lasciare il segno. Gli scontri con folignati, salernitani, laziali, aretini, napoletani e le amicizie con atalantini, cosentini, casertani, doriani, vengono narrate con vivacità all’interno delle pagine di questo “stupefacente” libro in cui, attraverso fotografie ed articoli di giornale, vengono riproposte le tappe fondamentali del gruppo. I derby con il Perugia meritano uno spazio a sé: innumerevoli, coloratissimi e contornati sempre da violenti incidenti non solo prima o dopo le partite disputate tra le due formazioni, ma anche nei luoghi più disparati della penisola: come dimostra uno degli episodi più tristi, se non il più triste, che costò, in un autogrill, la perdita dello striscione da trasferta; l’oscuro periodo che ne seguì venne, fortunatamente e non privo di problemi, ben presto superato. Le parole di alcuni ragazzi e ragazze del direttivo testimoniano le motivazioni che li hanno spinti ad avvicinarsi ai Freak, narrano i ricordi più significativi vissuti insieme, nonché i rimpianti per qualcosa sfuggito nel tempo senza che loro potessero intervenire per cambiare il corso di quegli eventi, forse, già scritti. Emergono valori come l’amicizia, la famiglia, l’importanza del ruolo del gruppo all’interno della vita aspetti che, molto spesso nelle pagine dei giornali (come testimoniano gli innumerevoli articoli) non vengono nemmeno presi in considerazioni quando si parla di questo fenomeno di aggregazione giovanile. Dalla stagione 1981/82 accanto alla dicitura Freak Brothers si aggiunge quella di “lo sballo continua” prova inconfutabile del desiderio di non mollare e di scrivere altre pagine di storia Freak.
I maggiori gruppi ultras del tifo ternani che risiedono nella Curva Est (tranne alcuni piccoli gruppi in Curva Ovest) dello stadio "L. Liberati" di Terni sono:
Gruppo principale: Freak Brothers
Altri Gruppi: Vecchio Freak, Working Class, Menti Perdute, Red Boys, Konfusi, Brigate, Generazione Sconvolta ('91), Mine Vaganti, Fronte Rosso, Wild Spirits, Flower Group, Cattivik Group, Gang Autonoma, Kapovolti, Rude Boys, Bomber Group, Gente Stupida, Kospea, Drunk Ards, Fiaschi Rotti, Lo Zoccolo Duro, Draghi Doc, Animal House, Panze Allegre, Aficionados, Cuori di Fera
A Terni il movimento ultras nasce nel '71 e si consolida nel '74 con la nascita degli "Ultras". Nel 79-80 nascono i Freak Brothers. Nell'82 viene aggiunto lo slogan "lo sballo continua". Il nome del gruppo ha origine da una vacanza ad Amsterdam, dove alcuni ultras ternani si impossessano del fumetto inglese "The Faboulos Freak Brothers", storie di tre fratelli dediti all'alcool e all'uso di droghe leggere, mai pubblicate in Italia. La simpatia dei personaggi attira l'interesse dei ragazzi e l'idea di chiamarsi Freak Brothers piace subito al resto della curva.
Sono passati ormai sei anni dalla scomparsa di Zuzza, figura storica della curva, molto conosciuto nell'ambiente ultras, ricordato più volte con striscioni pieni d'affetto. Uno striscione con la semplice scritta "Zuzza" è sempre presente in curva.
I Working Class nascono tre stagioni fa dalla vecchia guardia dei F.B., hanno una sede propria e organizzano le trasferte autonomamente. Con i Freak hanno un rapporto di strettissima collaborazione. Fanno uscire, con molte difficoltà, la fanzine "L'Ugola selvaggia", ironica e anticonformista, che argomenta su tifo e politica.
Nei primi anni di tifo organizzato nasce l'amicizia con gli U.T.C., rinnovata in questi anni attraverso una serie di iniziative: uno striscione ricordava l'anniversario della liberazione dei prigionieri di Aushwitz, uno era di benvenuto ai doriani. Consuete cene del sabato sera a base di vino e porchetta.
Nei primi anni '80 nasce l'amicizia coi ragazzi di Caserta.
Il gemellaggio con le B.N.A. di Bergamo si consolida nell' 86-87, quando alcuni atalantini scendono a Terni per Ternana-Giulianova. Si rinsalderà con la visita dei ternani per Atalanta-Malines, semifinale di Coppa Uefa. E' sicuramente il gemellaggio più forte e sentito a Terni, basato perlopiù su affinità politiche.
Risalente al 1985 quello coi cosentini, conosciuti in occasione del raduno nazionale degli ultras, svoltosi proprio a Cosenza. Recente l'amicizia coi gualdesi.
Un'altra amicizia nata negli anni '70 è quella con gli Ultras Tito Cucchiaroni della Sampdoria.Negli ultimi anni i due gruppi si sono riavvicinati grazie ai ragazzi della Nord di Terni.
Acerrima la rivalità coi perugini, che nel '96 gli rubarono lo striscione Freak al ritorno da una trasferta, i ternani come gesto vendicativo, lanciarono un masso da un cavalcavia al pullman dei perugini di ritorno da Napoli.
Nel dopo Torino-Ternana dello scorso ottobre, un tifoso granata, che stava rimuovendo uno striscione, rimase stordito per lo scoppio di una bomba carta, lanciata dal settore ternano, con gravi lesioni al bulbo oculare. Il responsabile venne individuato dagli agenti e fermato. Per rappresaglia i tifosi granata cercarono di impedire l'uscita dei 250 ternani presenti. Fuori si scatenò la guerriglia, con le forze dell'ordine costrette a ricorrere al lancio di lacrimogeni per disperdere circa 300 torinisti, armati di bastoni, cinture e catene. Poi una sassaiola, auto danneggiate e un assedio terminato solo alle 19.
Tafferugli prima di Treviso-Ternana dello scorso dicembre, coi trevigiani che cercano di rubare uno striscione ai ternani, tendendogli un'agguato.
Dopo quasi due anni è arrivata la condanna (30 gg. di reclusione tramutati in 2.250.000 lire di multa) per l'ultrà che in occasione di TR-Andria, partita decisiva per la salvezza di entrambe le squadre, lanciò un'accendino verso l'allenatore Rumignani, colpendolo alla testa. La Ternana rischiò di buttare al vento un'intera stagione. Ebbene, in difesa del tifoso c'era l'Avvocato Carignani, attualmente vicepresidente della Ternana.
Due anni fa in occasione dell’ultima partita Verona-Ternana i tifosi scaligeri esposero nella loro curva uno striscione rossoverde. I ternani in rapporto a questo fatto accusano i veronesi di essersi avvalsi dell’aiuto della polizia per riuscire nel furto dello striscione
I F.B. hanno fatto uscire da qualche anno il libro "Freak Brothers-20 anni stupefacenti", interamente autoprodotto, che riassume i venti anni di storia del gruppo.
Diversi anni fa i F.B. andarono molto vicini allo scioglimento, a causa di uno striscione perso di ritorno da S.Donà di Piave (C2). Per quasi un anno non fu esposto lo striscione Freak, ma solo quello "Ultras Ternana".
Di ritorno da Salerno, penultima giornata di due campionati fa, un gruppo di tifosi attese il pullman della squadra, aggredendo a cinghiate il tecnico e un paio di giocatori, finiti al pronto soccorso. Tale gesto, ingiustificato e esagerato, visto che la salvezza si era concretizzata, è costato caro a qualche esponente. I diffidati in curva sono parecchi. Inoltre si è verificato il battibecco col capitano Fabris, entrato in urto con la curva, che per protesta è stata lasciata vuota contro il Brescia, mentre i rapporti con polizia e stampa si erano deteriorati ("fa più violenza una cattiva penna che dieci buone cinghiate" scrissero i Freak). Da un paio di anni si è voltato decisamente pagina.
Hanno allo studio l'iniziativa di un raduno ultras contro il razzismo negli stadi.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Salerno
Il fenomeno del tifo a Salerno inizia nel lontano 1977, quando gruppi di ragazzi che si ritrovavano nel Bar Nettuno e Bar Reale, decidono di dare una scossa al tifo granata e portare una sorta di tifo organizzato. Nasce il gruppo Panthers '77, che coinvolge molti giovani e rappresenta il primo nucleo ultras a Salerno.
Nel 1982, dalla fusione dei Panthers con gli Ultrà, Warriors, Fedayn e Fighters nacque la Granata South Force. la GSF adotta come simbolo la folgore che investe la stella a cinque punte (sinonimo dei 5 gruppi originari).
Con la GSF si vive il periodo di splendore della Sud, nel vecchio Vestuti anche se non accompagnati da buoni risultati della Salernitana che imperversava in campionati di serie C. Storici i derby con la Cavese e la Nocerina e i gemellaggi stretti con Bari e Reggio.
Il tifo granata, soprattutto dopo la promozione in serie B avvenuta nel 1990, si arricchisce di numerosi gruppi e club, nati dal frutto di un amore covato 25 anni.
Si ingigantisce il Club G.Plaitano (Giuseppe Plaitano era un tifoso granata, il primo in Italia a morire in uno stadio, colpito da un proiettile vagante sparato in seguito ad un' invasione di campo in un lontano Salernitana-Potenza) che diviene Ultras Plaitano, secondo gruppo guida della Sud, affiancando la GSF.
Nel 1990 nasce la Nuova Guardia gruppo intransigente e passionale del quartiere Pastena.
I Viking Guerrieri, gruppo minore, ma dal notevole stile Ultras, sono il primo gruppo ad avere un sito internet e promotori di alcuni raduni per il progetto nazionale "Viking Italia".
Da non dimenticare il disciolto "East Side", che da una scossa "stilistica" alla sud, essendo i primi a portare le bandiere a due aste e a realizzare materiale molto curato. l'anno della promozione in serie A consacra definitivamente questa tifoseria, divenuta una delle più passionali e rispettate del panorama Ultras italiano.
L'Arechi è una bolgia e ogni domenica si realizzano coreografie mozzafiato.
Quello della serie A doveva essere l'anno più bello, ma la Sud lo ricorderà anche per altre ragioni: piombano pesanti diffide sul direttivo della Curva (in testa GSF) e il treno che riportava i tifosi granata da Piacenza per l'ultima di campionato è fatale per quattro ragazzi carbonizzati nel vagone n°5.
E' qui la svolta della curva, profondamente segnata da un lutto che ha
dell'incredibile.
Molti ragazzi mollano, così come quella miriade di gruppi che affollavano la Sud.
Attualmente i gruppi attivi nella Sud sono: Nuova Guardia (prende la guida della curva), GSF e Fedelissimi, affiancati da Old Clan (nato da una costola del Plaitano), Igus, Viking Guerrieri e Ultras Vecchio Stampo.
Da sempre e per sempre un nodo che lega Salerno alla Salernitana,
una fede che non tramonterà mai!
in fondo...siamo nati Salernitani e moriremo sempre Ultras!
Commenti personali
Il tifo granata è stato per molti anni uno dei migliori d'Italia a mio parere.
Ho iniziato ad andare allo stadio nel 1986 e ho seguito con molta attenzione, nonchè partecipazione, l'andamento del tifo organizzato all'interno della nostra mitica Curva Sud.
Sebbene per molti anni la Salernitana sia stata in serie C1, i supporters granata, negli anni 80-90, erano conosciuti ed apprezzati in tutta Italia per il loro calore e per il numero con cui sostenevano la propria squadra anche e soprattutto lontano dalle mura amiche. Leggendaria è stata la trasferta in quel di Brindisi alla penultima giornata del campionato di Serie C1 girone B del 1989-90, anno in cui la Salernitana è riuscita a conquistare la promozione in serie B dopo ben 24 anni d'inferno. Ricordo benissimo che lo stadio della cittadina pugliese era completamente granata, i distinti e la tribuna erano stracolmi di salernitani. Quelli erano gli anni in cui il tifo salernitano risplendeva, un tifo compatto, assordante e costante. Un tifo che prescindeva dal risultato della partita, che cominciava prima dell'inizio della stessa e terminava dopo. Il cosiddetto "dodicesimo uomo in campo"...
Da allora è cominciato un lento ma inesorabile declino del tifo salernitano. Non si è più rivisto quello spirito, quella mentalità ultrà che era propria dei ragazzi della "Curva Nuova" dello stadio Vestuti, una mentalità che li portava a sostenere i propri beniamini ovunque e comunque come piace dire a me.
Negli anni successivi, infatti, si sono verificati alcuni episodi che hanno minato la compattezza della nostra curva, che hanno costretto il capo carismatico nonchè trascinatore dell'intero settore a starsene a casa e a non poter seguire la propria squadra per un anno il che lo ha poi portato alla conclusione di abbandonare definitivamente quello che, per molti anni della sua vita, era stato il suo pensiero principale. Da allora alla curva sud è mancata l'unità, la compattezza che aveva prima anche se nell'ultimo periodo ci sono stati dei segnali di ripresa ma la curva attuale è ancora lontana parente di quella di un tempo...
Devo aprire una parentesi però. Infatti c'è da dire che l'intero movimento ultras ormai è in pieno declino. Anche tifoserie molto apprezzate come romanisti, veronesi, gli stessi napoletani, hanno perso negli ultimi tempi l'antico calore che li contraddistingueva, con la scomparsa di alcuni importantissimi gruppi quali il Commando Ultrà Curva Sud di Roma, il Commando Ultrà Curva B di Napoli e le Brigate Gialloblu di Verona. A complicare il tutto, poi, è giunta questa discussa legge anti-violenza che ha suscitato molto malcontento fra gli ultras perchè secondo loro la polizia si sentirebbe autorizzata a punire chiunque, indifferentemente colpevoli e innocenti. Ed infatti, nell'ultimo periodo sono stati molti gli incontri tra i principali gruppi ultras italiani che stanno cercando di salvare "il mondo ultras" contestando oltre questa legge anche altri aspetti del calcio moderno. E devo dire che tutto quello che sta accadendo, non sta facendo altro che cementare e rinforzare una mentalità ultras che addirittura sta portando ad un unione di gruppi storicamente nemici in nome di un valore, quello ultras, che va al di là di ogni cosa.
Tornando alla nostra curva, credo che bisogna dare merito ai ragazzi che in questo momento stanno cercando in tutti i modi di risollevare le sorti della curva. Lodevole è stata l'iniziativa dei Salernitana Supporters e, da un po' di tempo a questa parte, NG, GSF e Fedelissimi sembrano aver raggiunto finalmente un'unità di intenti che, forse, non c'era neanche nei tempi del massimo splendore.
Cerchiamo di collaborare e di dare il massimo di noi stessi in modo da ricompattare tutto l'ambiente e far si che la nostra curva sud torni ad essere ammirata, rispettata e temuta in tutta Italia! Inoltre, voglio aggiungere, il nostro settore, da qualche anno a questa parte, è diventato una specie di lungomare, con ragazzini ma soprattutto ragazzine che vengono allo stadio come se stessero andando ad un matrimonio, con le loro borsette, i loro vestitini eleganti etc. Questo è scandaloso! E' chiaro che non si può proibire a nessuno di andare a vedere la partita dove vuole, ma è anche vero che non è ammissibile che si vada in curva "per moda", perchè la maggior parte dei ragazzi lo fa. Perciò, via i pseudo-tifosi dalla curva, via tutti coloro che vengono allo stadio soltanto per fumare o per farsi una passeggiata col proprio amichetto/a. Meglio essere i 3-4000 di un tempo che gli attuali 6-7000 di cui quasi la metà che non canta. Anche perchè questi ultimi non fanno altro che far sparpagliare il tifo e dare fastidio. E portiamo una sciarpa granata al collo quando ci rechiamo nella mitica Curva Sud!!!
Fuori la sciarpa e la voce oppure fuori dai co..oni!
CUORE GRANATA, CURVA SUD!
Speciale Mondo Ultras Italiano: Brescia 1911
Dietro il nome “Brescia 1911” si riconoscono molti gruppi della Curva Nord. Questo “sodalizio” nasce tre anni fa, dopo che il gruppo “Ultras Brescia” si scioglie ed in Curva regna il caos. In questo periodo di stallo il gruppo Paesà ha voluto colmare questa lacuna organizzativa prendendo in mano la curva dietro lo striscione "Mentalità Brescia 1911".
· Riunire i restanti gruppi della Nord per riportare quel tifo e quel calore che in quel momento mancavano alla Leonessa è stato l’obbiettivo della Curva Nord. La base di questa unione è solo amicizia mentre viene rifiutata ogni azione avente lo scopo economico. Molti i gesti da lodare della Nord tipo l’invito ai più giovani a non fare uso di droga o manifestazioni e sottoscrizioni a scopo benefico (“Progetto Tanzania”, “AISM” e “Telefono Azzurro-Rosa”). Hanno cercato anche di ridurre gli atti vandalici tanto è vero che i treni nelle ultime due stagioni non sono più stati danneggiati. Pur rispettando ogni opinione ed idea politica si sono sempre dichiarati profondamente apolitici.
· Molto turbolento è stato il rapporto tra gli ultras bresciani e la società: la società Brescia Calcio gli aveva proposto di vendere i propri gadgets, ma gli ultras hanno rifiutato per non essere considerati ultras di professione. il loro scopo non era quello di guadagnare alle spalle della società, bensì quello di far ridurre il più possibile il costo dell’abbonamento di curva Nord. Dopo il rifiuto sono iniziate una serie di azioni penalizzanti nei confronti degli ultras da parte del Brescia calcio: lo sfratto dal magazzino, all’interno dello stadio, che da 30 anni era utilizzato dai tifosi della curva per custodire materiale coreografico; il divieto di fare prevendita (che viene utilizzata per pagare le coreografie); il divieto di fare abbonamenti, ed altre piccole cose. 13) Dopo una riunione di tutti i gruppi della curva 2001, con il consenso unanime di tutti i loro rappresentanti, gli ultras decisero di protestare nella pur importantissima partita con il PSG. Nessuna contestazione, bensì un silenzio durato 20 minuti e al termine del quale la Curva si è fatta sentire a gran voce: Unica nota negativa la “torciata” (coreografia spontanea e consueta nelle partite notturne), che ha ritardato di qualche minuto l’inizio del II° tempo; questo a causa del vento che spingeva il fumo delle torce verso il terreno di gioco L’indomani, con stupore, ci sono state le dimissioni del tecnico e la diffamazione di uno del ditettivo della curva. Per non prestare ulteriormente il fianco ad altri attacchi immotivati e gratuiti, il gruppo “BRESCIA 1911 CURVA NORD” ha quindi deciso di sospendere qualsiasi forma di protesta e di attività, prendendosi una pausa di riflessione.
· Il presidente Corioni ha poi diffuso una lettera parlando apertamente di ricatto da parte dei tifosi della curva Nord che avevano richiesto una serie di agevolazioni tipo la prevendita dei biglietti con agio a proprio favore del 10%, vendita abbonamenti al prezzo scontato,contributo di lire diecimila su ogni abbonamento venduto, posizionamento di bancarelle all’interno della curva per la vendita di gadgets; possibilità di fruire di locali posti all’interno dello stadio. Secondo Corioni per di evitare contestazione e violenza, aveva aderito alle richieste ottenendo in cambio la promessa che dopo circa due mesi di buoni rapporti sarebbero stati tolti gli striscioni ostili alla società e in particolare alla sua persona. Nonostante ciò, proseguiva Corioni, le minacce e le aggressioni erano proseguite.
· Dopo le divergenze interne agli Ultras Brescia,molte riguardanti la polemica Corioni, un nucleo, gli Ultras Brescia, si è staccato ed ha occupato il settore della Gradinata per trasferirsi nella Gradinata ed abbandonato la curva. I rapporti tra la curva Nord e la Gradinata si sono deteriorati progressivamente e continuano a rimanere tesi dopo la polemica tra il presidente Corioni e i responsabili della curva Nord. Secondo gli Ultras la questione non andava messa in piazza e Corioni non avrebbe dovuto sbottare in modo così plateale, ma risolvere il tutto in privato
· Lo spostamento in gradinata è stata una decisione che in parte è servita a favorire un ricambio generazionale e dall’altra è motivata dalla pesantezza delle copiose diffide. L'organizzazione è in mano al Vecchio Cucn e alla Sezione. Gli Ultras Brescia avevano pensato di spostasi in curva Sud, cosa che avverrà quando verrà realizzato il nuovo stadio "Rigamonti" in stile "britannico. Chi frequenta gli Ultras Brescia lo fa per un rapporto di fiducia nei confronti di certi personaggi che sono stati un punto di riferimento per i tifosi bresciani negli ultimi anni.
· Negli ultimi anni il tifo bresciano ha fatto un notevole salto di qualità sotto l'aspetto dell'apporto corale migliorando a tutti i livelli ed in tutti i settori, dalla curva alla gradinata diventando forse oggi lo stadio con il maggior rapporto spettatori-ultras. Buono è stato anche l’afflusso di pubblico che ha fatto registrare numeri in aumento in un periodo dove invece la tendenza è l’opposta. Veramente ottime lo loro trasferte sia come numero che come compattezza.
· In passato i bresciani erano tra le tifoserie più esagitate e a causa delle loro intemperanze sono stati etichettati come ultras con una pessima fama. Anche se la tifoseria è stata tradizionalmente tra le più calde d'Italia negli ultimi tempi c'è stato una presa di coscienza dovuta alle leggi sempre più repressive ed a episodi che hanno fatto molto riflettere. Questo cambiamento non esclude però che gli ultras bresciani siano sempre pronti e disposti allo scontro.
· L’amicizia ormai trentennale con i milanisti è sicuramente quella più sentita ma non sono da scordare i gemellaggi anche con cesenati, mantovani , Salernitani e con i catanzaresi. Esiste anche il gemellaggio tra la Curva Nord ed i francesi del Saint-Etienne.
· I nemici per eccellenza sono gli Atalantini. con i quali danno vita ad uno dei derby più caldi d’Italia. Nonostante l’imponente servizio d’ordine che viene predisposto per queste partite gli incidenti, spesso contro la polizia, non mancano mai. La lista delle inimicizie dei bresciani è molto lunga ma tra le tante segnaliamo i Veronesi, Fiorentini, Napoletani, Romani, Cagliaritan e Juventini.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Veronesi
Brigate gialloblu
Nate in un epoca di grandi sconvolgimenti della società italiana, nei deprecabili anni di piombo, le Brigate Gialloblù con le loro canzoni e le loro bandiere sono riuscite ad aggregare al campanile, rappresentato dall'Hellas Verona, migliaia di giovani molti dei quali per spirito di gruppo e sotto le insegne gialloblù, hanno trovato le motivazioni e la forza per migliorarsi e trasgredire. Sul finire degli anni '60 c'era un gruppo che si chiamava Club Fedelissimi 4. Dal Club Fedelissimi 4 alle Brigate Gialloblù il passo fu breve. Il nome Brigate aveva un richiamo politico (c'è chi le associa alle Brigate Nere di Mussolini...). Un gruppo da sempre precursore, imitato da una grossa fetta del panorama ultrà italiano. Il battesimo porta la data del 30 novembre 1971 sotto la dicitura di Brigate Gialloblù Verona Calcio Club. Nel '72 è confezionata la prima bandiera con la dicitura del gruppo. E' tempo anche delle prime amicizie con granata (Torino) e Doriani invitati in curva in segno di amicizia. Il 3 ottobre 1976 il primo episodio di turbolenza e dal quale nascerà una delle rivalità più sentite delle BG, quella con i bolognesi. Gli ultras rossoblù per un'incredibile leggerezza sono fatti passare sotto dal cancello laterale della curva. Verona-Bologna è una delle rivalità più calde: "neri" contro "rossi" (anche se i bolognesi non sono più "rossi" come una volta!). Nel 1976 lo striscione Brigate è appeso in una "side" del temutissimo "SHED", lo stadio del Chelsea, scaturendo un intesa con gli ultras scaligeri (in curva sud appare per la prima volta una bandiera con la "Union Jack", bandiera mai apparsa in uno stadio italiano fino ad allora!). Compaiono le prime sciarpe a listarelle gialloblù e i primi striscioni in inglese (The Deadly Sinner Club e Hellas Army). Il 1977 è l'anno nero per gli scontri con juventini, milanisti, bolognesi. In quegli anni le Brigate decisero di abbandonare il vecchio striscione per uno nuovo (la scala a tre pioli come simbolo sormontante la data di nascita, 1971) e per la prima volta è usata la tela cerata. Già nei primissimi anni '80 le Brigate manifestano i modi irriverenti e sprezzanti, una tendenza apertamente politica (non subito di destra, perchè nel primo nucleo c'erano anche rude-boys e militanti di sinistra). Nell'82/83 si registra la prima contestazione contro un giocatore di colore accolto con un lancio di banane, si tratta di Uribe (anni dopo ci sarà il caso Ferrer). Le Brigate crescono insieme a tutta la tifoseria scaligera, che diventa la più emulata, e una delle più temute e considerate. Scontri epicali quelli con i Fighters della Juventus. La particolarità delle BG è stata quella di farsi conoscere e farsi un nome senza essere trascinati dal successo dell'Hellas. I brigatisti hanno sempre messo davanti il gruppo alla squadra, e questo è stato un altro elemento del "culto" per questo gruppo. Nel 1979 il Verona retrocede in B, ma questo non deprime la tifoseria. Sono gli anni dei furiosi derby con il Vicenza. Il 1981 è un'altro anno tormentato: si gioca Verona-Milan, due tifoserie divise da un'acerrima rivalità e che anche in B non ha perduto smalto e temperamento. Nell'82/83 il Verona torna in A e nasce un'altra grande rivalità, quella con i napoletani. Riaffiora la rivalità con la Juventus, le Brigate espongono lo striscione "Gruppo AntiJuve", mentre i Fighters lanciano sacchi di immondizia sulla curva Maratona. Un sottogruppo nato nell'84, l'ASU (Associazione Stalle Umane), gruppo di ragazzi volutamente sporchi, scarponi o ciabatte, uso smodato di alcool, fiaschi di vino e birra, una falange dedita a scorribande ed atteggiamenti animaleschi. Poi c'era il Gruppo Onti Golosine e Tartan Army, creato in onore di Joe Jordan. Accanto allo stile "ASU", prende piede quello casuals, infatuati dagli Headhunters del Chelsea (realizzarono il biglietto da visita:Complimenti, hai appena conosciuto le Brigate Gialloblu). Tra i tanti nomi di invenzione scaligera ricordiamo Vecchia Guardia (1982), Gioventù Scaligera (1983), Inferno Gialloblù (ex-Boys, della bassa veronese) e Verona Front. Poi ci sono gli Hellas Alcool (1981), Rude Boys (dell'ala sinistroide della curva), Vitelloni a Provos, Marines e Hass. Nel 1986 si festeggiano i 15 anni del gruppo e si intensificano le "uscite politiche" del gruppo. La curva scaligera finisce sui giornali più per le croci uncinate, i "bu" ai calciatori di colore e per gli striscioni vomitevoli ai napoletani, che non per il tifo originale. Un gemellaggio insolito fu quello con i leccesi, per una tifoseria accusata di essere la più razzista d'Italia. Sul finire degli anni '80 gli ultimi bagliori di un "mito" ultras che si è fatto conoscere in Italia ed in Europa. Aumentano gli episodi di violenza (Pisa, Udine, Roma, Bergamo...), ed è in atto un ricambio generazionale, ma non traumatico e repentino come in altre curve. Nel '91 le BG si sciolgono e quella dopo è tutta un'altra storia!
i veronesi sono gemellati con Fiorentina, triestina e sampdoria e in amicizia con lazio e chelsea
e in rivalità con quasi tutti gli altri: Juventus Brescia Vicenza Atalanta Milan
Roma Venezia Cagliari Napoli Udinese Torino Reggina Salernitana Cesena
Genoa Inter Chievo (compreso noi)
sinceramente al di la delle rivalità mi stanno molto antipatici come del resto alla maggiorparte, nella gara contro la triestina si sono rivisti cenni politici che identificano la curva
storia diversa invece per i "supporters" del chievo
Il North Side è nato nel 1994 in seguito alla promozione del Chievo Verona in serie B, per la volontà di riunire i tifosi più caldi e attivi, quelli che volevano anche sostenere la squadra oltre che recarsi allo stadio.
Inizialmente è nato come calcio club rientrando nel Coordinamento Amici del Chievo Verona, e così è stato per due anni. Lo striscione del gruppo , con simbolo una rosa dei venti gialloblù, è apparso per la prima volta in Cesena-Chievo del 6 novembre 1994.
Dopo due campionati esce dal Coordinamento in quanto non si riconosce più nel regolamento da esso stilato: l’uscita non va considerata come la trasformazione del North Side in gruppo ultras, ma semplicemente come la possibilità per il gruppo di esprimersi secondo le proprie idee liberamente.
I momenti di crisi ci sono stati anche loro. In seguito alla partita Chievo-Lucchese del 1998, finita 1-4, si è per la prima volta contestato seriamente la squadra, a causa del continuo andamento altalenante che ha portato il Chievo sull’orlo della C. Il periodo negativo culminava con l’esposizione, da parte di alcuni appartenenti al gruppo, di uno striscione non certo amichevole nei confronti della tifoseria ospite (Chievo-Napoli del 12 marzo 2000). Cinque diffidati per cinque anni; il gruppo era a pezzi. Una decina di persone presero in mano la gestione del gruppo, confermando comunque le idee basilari che hanno sempre contraddistinto l’unico vero gruppo organizzato clivense quali l’apoliticità (si fa nelle piazze, non allo stadio!!) e il totale rifiuto ai gemellaggi. Avere buoni rapporti con altre tifoserie senza necessariamente fare un gemellaggio è certamente possibile come dimostrato dall’amicizia con i ragazzi di Monza. In seguito il North Side si è riavvicinato al Coordinamento e la collaborazione è durata però solo poco tempo: le diverse linee di condotta per il momento non permettono di continuare assieme per la stessa strada.
Il North Side non è un gruppo formato da ULTRAS, ma bensì da Supporters. Dal 2000 in poi hanno deciso di rimarcare ancor di più questa differenza per molteplici fattori.
Praticamente sostengono che il vero mondo ULTRAS è praticamente morto e pochissime tifoserie si possono ancora fregiare di questo marchio (per questo io gli ammiro anche per la loro sincerità). Gli interessi economici, e talvolta politici, hanno fatto si che cadesse quel velo di coerenza che una decina di anni fa fungeva da cavallo di battaglia per tutto il movimento. I clivensi rifiutano qualsiasi tipo di scontro con altri gruppi ma sono pronti a difendersi qualora venissero attaccati.
Con passione e divertimento cercano di portare il loro striscione in tutti gli stadi d’Italia.
Un altro particolare che mi ha colpito è che rispondono agli insulti qualora gli ricevono oppure gli insulti stessi partono da chiunque si trovi in quel momento al comando del megafono, ma di solito assumono un atteggiamento indifferente verso la tifoseria avversaria (quasi sempre).
i supporters del chievo non sono gemellati con nessuno perchè come ho gia scritto rifiutano ogni tipo di gemellaggio, hanno solo un'amicizia con i ragazzi di Monza e sono in rivalità con l'hellas ovviamente
Speciale Mondo Ultras Italiano: UTC Sampdoria 1946
Innanzitutto analizziamo la storia del nome :"ULTRAS TITO CUCCHIARONI".Ultras è nato nel 1968/69 ed il primo gruppo si chiamava "Ultras Sant'Alberto". Erano dei ragazzi di Sestri Ponente che ancora oggi vengono allo stadio, anche se come semplici tifosi, perché non hanno più un'età da ultras. Tito Cucchiaroni è un grande giocatore argentino che ha militato nella Sampdoria negli anni '60 e lo si è voluto ricordare per sempre perché ha contribuito al 4° posto nel campionato 1960/61, e per tutto quello che ha dato alla squadra. Gli abbiamo intitolato il club perché spesso abbiamo contatti con personaggi del mondo sportivo e politico, ed il nome ultras può dar fastidio; se magari dobbiamo organizzare dei pullman noi ci presentiamo come "Sampdoria club Tito Cucchiaroni" proprio per evitare problemi. La parola ultras è difficile da spiegare, molti ne rivendicano la paternità, ad esempio i Granata. Noi però possiamo affermare che siamo stati i primi, come testimonia la trasmissione televisiva "Commando ultrà curva sud" andata in onda qualche anno fa; peraltro c'è anche scritto sul libro "Ragazzi di stadio" che i Granata hanno assunto la denominazione ultras dopo gli incidenti di Torino-Vicenza del '71, quindi parecchio tempo dopo. Inoltre, chi abita a Genova si ricorderà che prima di allora erano comparse delle scritte, in Piazza della Vittoria e in Scalinata Montaldo, che dicevano "Uniti Legneremo Tutti i Rossoblù A Sangue", il cui acrostico, con le iniziali, dà appunto il nome "ultras", e quelle scritte sono visibili tuttora.Adesso analizziamo come era il tifo della Samp,nelle sue piu' lontane origini.All'inizio il gruppo era formato da un centinaio di ragazzi "armati" di tamburi e bandiere, le torce non si usavano ancora. Si andava in trasferta con pullman e ogni tanto c'era qualche "sana" scazzottata, ma era forse più divertente di adesso perché era un modo di vivere lo stadio più spensierato, quello che ti animava era la voglia di portare una presenza anche nelle altre città. Certo vi erano parecchie difficoltà perché tutto era artigianale, i tamburi si suonavano con un pezzo di legno, mentre oggi guai se non hai le bacchette. Era molto più arduo reperire i soldi, perché andavamo avanti con collette e autotassazioni, e nonostante esistessero le tessere sociali, le entrate erano minime perché l'iscrizione costava una fesseria.Adesso tutto quello che facciamo si fa pro-Sampdoria, perché prima viene la Sampdoria e, in secondo ordine, gli ultras. Tra di noi conta chi viene allo stadio da 15 anni quanto l'ultimo arrivato, se lavoriamo entrambi per lo stesso scopo: se tutti e due ci alziamo alle 8 per andare ad attaccare gli striscioni, dobbiamo avere la stessa voce in capitolo, né più né meno. Il direttivo è formato da 12 persone tra cui 4 ragazze. Avevamo una sede in Sampierdarena che abbiamo lasciato per trovarne una più in centro città, e attualmente ci riuniamo nel bar di un nostro amico: periodicamente teniamo delle assemblee in sale di Sampierdarena o in un teatrino sopra Largo Zecca, ed in queste l'accesso è libero a tutti, perché vogliamo trascorrere una serata in allegria facendo conoscere al tifoso qualunque le nostre iniziative per il tifo della domenica. Tutto questo senza interessi nascosti o propaganda politica, nel nostro gruppo non si fa politica perché col calcio non c'entra assolutamente niente, e potrebbe anzi essere un motivo di disgregazione al nostro interno.Fra i gruppi che si possono citare in gradinata Sud sono usciti fuori gli Hell's Angels, i Guinniers e adesso i Bulldog, questi facevano sempre parte degli ultras e i loro striscioni servivano da sottotitolo, non si sono mai messi in concorrenza con noi. Peraltro ci teniamo a far notare che Genova è stata la prima città dove è nato un gruppo femminile, le Ultras Girls. La loro è stata una nascita parecchio combattuta, perché avevamo paura che si distaccassero e sorgessero, quindi, dei problemini, invece si sono fatte il loro striscione e non solo quello, perché da quando sono nate nel '79/80, hanno dato una validissima mano: pensate che entrambi i nostri bandieroni giganti sono stati cuciti in una camera di 4 metri x 3 da una di loro, Sonia, e ci teniamo molto che il suo nome e il suo lavoro vengano pubblicamente resi noti. Quello che però ci dà fastidio è che ormai tutti quanti hanno copiato la nostra idea del bandierone, genoani compresi, ma speriamo che nessuno abbia voglia di discuterne la paternità. Il primo bandierone, quello blucerchiato, uscì fuori nel 1982, e la sua immagine fece subito il giro d'Italia, tanto che quando si fece il secondo, quello bianco con la scritta "sei grande - ultras", ormai la moda era arrivata anche all'estero, tanto è vero che al mundial di Spagna anche i brasiliani avevano il loro bandierone giallo-verde, e questo mentre ormai in Italia tutti facevano a gara per averne uno in ogni gruppo. Nonostante comportasse una grande spesa mantenerlo, i soldi sono usciti tutti dalla nostra cassa, e ci siamo andati a comprare di persona la stoffa a Como, mentre tantissimi hanno usufruito dell'appoggio di uno sponsor. Se vogliamo essere precisi, c'era stato un precedente tentativo dei fiorentini, che avevano fatto una grande bandiera viola bordata di tricolore, ma anche dalle foto si vede che le dimensioni erano inferiori.Siamo un gruppo autonomo: non facciamo parte della Federazione Clubs Blucerchiati, nonostante essi facciano sottoscrizioni a nostro favore nelle occasioni in cui le nostre iniziative interessano tutta la gradinata Sud. Abbiamo preparato 2.000 bandiere di stoffa per il derby '83/84, e tutti i clubs si sono autotassati perché le avremmo distribuite a tutti gli spettatori dandoci quindi un considerevole appoggio. Con la società siamo in ottimi rapporti, però abbiamo ricevuto finanziamenti solo una volta a causa di gravi difficoltà, ma tutto è finito lì. Se avessimo bisogno di soldi e li chiedessimo, ce li darebbero senza alcun problema, ma non vogliamo approfittarne.Purtroppo noi abbiamo una grave difficoltà, nel senso che tutto il materiale promozionale viene a costarci molto caro rispetto ad altri gruppi, per il fatto che dobbiamo stamparlo in quattro colori, blu, bianco, rosso e nero. Questo è il motivo per cui l'iscrizione costa 5.000 lire, che comunque non è un prezzo eccessivo.Noi abbiamo alcune sezioni, anche se sono costituite da pochi esponenti come generalmente avviene. Abbiamo sempre dato via libera a chi voleva fare striscioni o adesivi, senza far pagare niente, anche per incoraggiare i ragazzi in quanto noi sampdoriani, al di fuori della Liguria non possiamo vantare una tradizione o un seguito paragonabili a Juve, Milan o Inter, ma speriamo di conquistarli in futuro.Per quanto riguarda la violenza,noi la pensiamo così : innanzi tutto è sbagliato il presupposto di andare a fare casino allo stadio, ma è anche facile arrivarci, perché se quando vai a Milano o a Torino ti rompono, è chiaro che a Genova tu cerchi di restituire la cortesia, e magari viene coinvolto anche chi non c'entra nulla. Nei limiti del possibile si cerca di stare buoni, però non si può non reagire se i milanisti passano sotto la gradinata e tirano oggetti addosso alla gente: è sbagliato, questo è vero, ma si cerca di limitare le reazioni allo stretto necessario. Purtroppo andare in trasferta ha perso col tempo molto del suo fascino, si sta stretti tra cordoni di polizia e sembra di essere in un lager, quasi come se fossimo in guerra e dovessimo preoccuparci di non prendere coltellate o pietre in testa. Per fortuna abbiamo eliminato dalle nostre fila le infiltrazioni di delinquenti e sobillatori politici, se proprio devi prendertela fallo con il ragazzo che può averti dato uno schiaffo, e non con il padre di famiglia col bambino in braccio, anche se ha al collo la sciarpa del Genoa, del Toro o del Milan.Per quanto riguarda le amicizie,i migliori rapporti li abbiamo coi ragazzi di Verona, con le Brigate dell'Atalanta (con i Wild Kaos sono un po' più problematici per il loro modo di vedere le cose, anche se nel complesso va tutto bene) e con i cagliaritani. Siamo molto amici anche dei ragazzi di La Spezia e Parma. Le città come Cremona, Udine o Empoli sono posti in cui abbiamo una simpatia dovuta all'ottima accoglienza che ci è stata riservata, potendovi portare migliaia di persone senza il minimo rischio di incidenti. Siamo molto amici anche con i ternani . Teniamo a precisare che non abbiamo rapporti con tifosi juventini, comunque non esiste verso di loro nessuna particolare forma di rancore.Siamo tra i pochi in Italia ad avere gemellaggi con tifoserie straniere,come quello col Commando Ultra' dell'Olympique di Marsiglia. In Europa la Samp non rappresenta una grande realtà perché non ha mai avuto modo di misurarsi con molte squadre avversarie, ma il tifo doriano è molto conosciuto ed ha fatto una sola scuola, se è vero che ora i bandieroni si vedono in mezzo mondo.Il pregio maggiore riteniamo sia l'amicizia che regna all'interno del gruppo ma anche il fatto di essere andati ovunque, di amare la Sampdoria in maniera smisurata e il che significa non contestare mai la squadra, voler bene a Mantovani ed essere sempre fiduciosi nel futuro. Il difetto più grande è quello di non riuscire, ultimamente, a portare tutti i ragazzi che vengono in trasferta dietro le insegne degli ultras, cioè se in trasferta ci sono 1.000 ragazzi, 500 sono con noi, gli altri stanno per i fatti propri. Riuscire a realizzare questo significherebbe essere completi e quindi non avere nessuna manchevolezza.In questa intervista non abbiamo parlato del numero dei nostri tamburi, degli striscioni o dei tesserati perché crediamo che a nessuno importi niente, e ciò che si è detto lascia trasparire un certo orgoglio dentro di noi, e corrisponde tutto a verità. Quanto c'era da far sapere sugli UTC è stato detto, perciò sconsigliamo chi non fa parte del direttivo o chi conosce il nostro ambiente solo per sentito dire, di scrivere cose false che non servono a nessuno e possono solo causare equivoci o malintesi, e che vanificherebbero il lavoro di chi si sbatte per darci un'immagine seria e credibile.
Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Laziali
COMMANDOS MONTEVERDE LAZIO
Curva Sud e Curva Nord 1971
Nell'ingresso 49 della Nord coprono oggi le fila dell'Olimpico gli ultras del CML '74 gruppo dell'omonima zona di Roma sita sulla Circonvallazione Gianicolense. La storia di questa congrega ha radici profonde nel tempo, più remote di quanto si possa suporre dalla dicitura, tanto da risalire agli albori del tifo autorganizzato.
Il primo nucleo portante si costituì nel lontano 1971, quando il tifo era lungi dall'essere un'organizzazione paragonabile all'attuale. Ma c'è di più, perchè il CML nel 1971 si è proposto sulla realtà capitolina come nuovo gruppo di giovani sostenitori di calcio inquadrato autonomamente per produrre sostegno, in modo totalmente diverso dalla concezione allora dominante. Possiamo parlare di uno stile primissima maniera, ove la manifestazione corale era spontaneamente improntata all'istante in Curva Sud lungo il muretto lato Tribuna M.Mario. Il vecchio Commandos raggruppò un consistente gruppo di ragazzi che prima, tanto disordinatamente, si sparpagliavano nei vari settori dello stadio.
L'originalità del CML spopolò poi sulla sponda opposta del Tevere, allorquando i cugini giallorossi, in un momento di crisi inventiva formarono prima i COMMANDOS LUPI e poi, nel 1977, il COMMANDO ULTRA': la mirata risposta ai tanto odiati supporters della Lazio fu lapalissiana!
Ancora oggi a distanza di oltre 30 anni nel gate 49 della Curva Nord ci sono ancora quelli di Monteverde!
VIGILANTES
Curva Nord 1974
Sorto sullo spontaneismo anni '70 quando il tifo per la squadra veniva improvvisato la domenica sulle gradinate, i "VIGILANTES" insieme ai "C.A.S.T." e ai "N.A.B.", sono stati i primi raggruppamenti della Curva Nord.
I meriti da attribuirgli sono indubbiamente molti: su tutti quelli di aver sfondato una porta chiusa e creduto in una curva dove di solito il tifo non lo si faceva, e quando lì veniva organizzato era solo perchè la Sud si spostava in Nord: nei derby. I Vigilantes sono stati gli apripista per una covata di tifosi nata nell'ombra del primo scudetto. Le loro gesta hanno avuto breve durata, visto che solo due anni più tardi confluirono nei G.A.B.A.. Ma non per questo è trascurabile il loro cammino.
COMMANDOS AQUILE S.BASILIO TALENTI
Curva Nord 1974
Nati nella stagione 74-75, all'indomani della conquista del titolo dalla fede di ragazzi di San Basilio e di Talenti, ma anche di Tufello Val Melaina e Nuovo Salario. Fu il primissimo gruppo a "colonizzare" la Nord, dopo di loro si aggiunsero i VIGILANTES e i N.A.B.
Dal 1974 esposero il loro striscione nel muretto centrale della Nord fino al 1979, quando lo striscioni fu sequestrato dalla polizia, per i fatti del dopo-Paparelli.
ULTRAS
Curva Sud e Curva Nord 1974
Sono gli anni d'oro della Lazio, e una nuova formazione giovanile sale alla ribalta, sono gli ULTRAS, dapprima del CLUB GARBATELLA, i primi a Roma a denominarsi con l'appellativo oltranzista, che sarà poi riassuntivo dell'intera fenomenologia giovanile di curva.
Ragazzi di ogni estrazione e ceto sociale; provenienti dalla Garbatella, dall'Eur, dai Parioli e da Casal Bruciato.
Con loro compaiono le prime divise che identificano il ragazzo della Sud, le prime magliette ULTRAS, i baschi e le sciarpe. "OLTRE LA VITTORIA... ULTRAS", recita la maglietta che spinge la base a coniugare la fede per la Lazio con il valore della Gioventù. Con il tempo dietro lo striscione e con il nome ULTRAS si sono susseguiti diversi ragazzi, ma sempre con lo stesso piglio battagliero e intransigente.
EAGLES SUPPORTERS
Curva Sud e Curva Nord 1977
Per diverse primavere hanno rappresentato l'anima pulsante del tifo della Lazio: formatisi dall'esperienza dei G.A.B.A., gli EAGLES SUPPORTERS hanno navigato al fianco dell'Aquila forse nel periodo più cupo della sua storia: era una Lazio in caduta, ferita, tradita e venduta, retrocessa, sul punto di scomparire, ma mai doma: "TARPATECI LE ALI, RIPRENDEREMO A VOLARE!" recitava un motto di quegli anni '80 quando gli EAGLES, in seguito all'ondata repressiva adottata contro i gruppi ultras italiani dopo la tragica uccisione di Paparelli, hanno saputo reggere come roccia dura da scalfire, e tra i campetti della serie cadetta, quelli in cui "il romano" è aspettato per rivalistiche rivendicazioni "territoriali", hanno cementato un unione generazionale che in CURVA NORD ha radicalizzato la passione di migliaia di giovani laziali.
Nel 1992, dopo 15 anni di vita, hanno deciso per l'autoscioglimento: forse perchè arrivati all'esaurimento del loro compito, sicuramente indispensabile per la maturazione della tifoseria biancoceleste.
VIKING
Curva Sud e Curva Nord 1979
La parola VIKING significa "spedizione militare marittima", ed è alle basi del sostantivo "viking", designante il guerriero che vi partecipa. Il termine non indica una nazionalità precisa, ma soprattutto la funzione per il modo di essere delle leggendarie popolazioni nord-europee a cui i sostenitori decisero di ispirarsi.
Descrivere ora le gesta dei VIKING LAZIO significa esporre il tracciato generale del tifo organizzato, visto che la stratificazione dello stesso comprende, dalla fine degli anni '70 ad oggi, 24 anni vissuti in Curva.
Quella dei VIKING è una storia molto particolare, sicuramente unica nel panorama laziale: nati come antagonisti agli EAGLES, rimasero per diverso tempo l'unico gruppo fedele alla Sud dopo il trasloco generale nella Nord; dove soltanto nel 1982 trasmigrarono anche i vichinghi della Lazio.
I continui ricambi generazionali hanno profondamente mutato nel tempo la loro struttura.Oggi si sono ufficialmente sciolti.
IRRIDUCIBILI
Curva Nord 1987
Assertori del recupero dell'essenza, dello spirito e della mentalità costruttiva dei primi anni '70, gli IRRIDUCIBILI nascono in un momento transitorio per la società, a cavallo tra i cosiddetti anni anni di latta ('90) così scarni di coscienza collettiva per un meccanicismo materialistico esasperato che coincide con il parziale e momentaneo indebolimento dell'ethos domenicale che da sempre contraddistingue la tifoseria. Si sono proposti quindi alle attenzioni della curva come ancora di salvataggio per impedire un "abbrutimento" di massa allora in corso, rilanciando l'identità dell'individuo attraverso exploit ad effetto in romanesco e latino che, misti a originalità e fantasia, hanno identificato moltissimi giovani dal 1987 con quell'aggettivo scelto come sinonimo d'indomità implacabile di chi non si arrende di fronte a nessun ostacolo per difendere e alimentare la propria fede. IRRIDUCIBILI.
Cresciuti e maturati negli anni postumi i -9 ed il calcio-scommesse bis, hanno intraprese una serie di lotte e "battaglie di coscienza" entrando in divergenza con la gestione Calleri, con gli EAGLES ed i Clubs, con Cragnotti; conquistandosi alla fine la fiducia e le simpatie del popolo laziale che vede in loro il gruppo trainante per il tifo organizzato. Dopo lo scioglimento degli EAGLES, gli spetta l'onere della Curva Nord, con il compito di svilupparne il patrimonio tradizionale.
Via i tamburi, largo agli stendardi e allo spontaneismo, trasformando il tempio del tifo laziale in una miriade di vessilli dagli slogan più strani, umoristici e sarcastici. Fautori della mentalità dell'andare "oltre", sono partiti nell'87 in 432 tesserati ed oggi si contano in 10000 unità, con l'esperienza "Flaminio" che ha saputo gettare le basi di questo presente.
VETERANI
Tribuna Tevere 1994
In simbiosi con la rivoluzione dirigenziale e tecnica del periodo, se ne compie un'altra sulle tribune... anzi, in Tribuna: è la Tevere che dal campionato 1994-95 fa gli onori di casa al primo gruppo ultras della Lazio, forse primo anche in Italia, che dall'esperienza di curva si sposta in un settore genericamente definito borghese e silenzioso, dove solitamente cori di incitamento non se ne fanno e torce non se ne accendono.
Sono i VETERANI, occupano costantemente le prime file nella parte bassa della storica Tribuna Tevere, stanno in piedi e tifano come se stessero in Nord, anche a costo di ricevere qualche insulto da quella parte di gente che avamza pretese solo perchè è caro il costo del biglietto.
Presenti in casa come in trasferta, da quando sono nati, per la prima volta i Laziali, sono presenti e visibili anche quando, al derby, è la Roma a giocare in casa, in una Tribuna Tevere giallorossa.
BANDA NOANTRI
Curva Nord 2000
E' questa l'ultima formazione giovanile nata in Curva Nord, da una costola degli IRRIDUCIBILI, un nome nuovo, di stampo romano, età media dai 18 ai 25 anni, giovani ragazzi arditi.
Il classico gruppo èlitario, non per tutti, di quelli intransigenti e temuti. Stile e modi di agire sono quelli delle CASUAL CREW d'oltremanica. Un brigata d'azione che con nemmeno tre anni di vita già si propone alla ribalta della scena ultras italiana.
Iscriviti a:
Post (Atom)