venerdì 11 gennaio 2008

L'abuso dei poliziotti






Mercoledi 9 gennaio io stavo accompagnano il mio amico a casa e siamo passati PER LA CASERMA DEI CARABINIERI, LA MAMMA DEL MIO AMICO CI VIENE INCONTRO PRENDE IL FIGLIO VICINO ALLA CASERMA E DICE VICINO A NOI ANDATE A CASA E PERICOLOSO! PER IL FATTO CHE POTEVANO SUCCEDERE DEGLI SCONTRI TUTTI CI VEDONO PASSARE E DOPO UN PO MENTRE STAVAMO ANDANDO A CASA IO E IL MIO AMICO TRANQUILLI CI FERMANO DUE GUARDIE IN BORGHESE E CI PORTANO IN QUESTURA CON FORZA SENZA MOTIVO E INNOCENTI E LA IN QUESTURA DOPO AVERMI PERQUISITO PRENDONO IL CELL E ME LO BUTTANO A TERRA VOLONTARIAMENTE E MI SPUTANO IN FACCIA MI DICONO PAROLE INGIUROSE!!! E MI PRENDONO A CALCI DIETRO ALLA SCHIENA POI PIU IL MIO AMICO PIANGEVA PIU LO URLAVANO E LO OFFENDEVANO E HANNO DETTO VICINO NOI VUOI NN TORNATE A CASA VI TAGLIAMO A PEZZETINI VI MASSACRIAMO E CI RIDEVANO ADOSSO SIAMO DUE MINORENNI!!!DOPO UN ORA E 30 MINUTI IL MIO AMICO CI HA DETTO CHE SUO CUGINO E CARABINERE E LAVORA A GIUGLIANO DOPO 10 MINUTI CI HANNO FATTO USCIRE E SIAMO TORNATI A CASA!!! CMQ STO ANCORA SCIOCCATO IO E IL MIO AMICO!!! E QUESTO DOVREBBE ESSERE LO STATO CHE CI DOVREBBE TUTELARE!!! VERGOGNA!!! GRAZIE PER I MESSAGI INSERITI DI SOLIDARIETA’ E PER GLI ARTICOLI CHE MI AVETE SCRITTO SUL BLOG UN ABRACCIO DI AFETTO AGLI ULTRAS DEL FONDI PER LA SOLIDARIETA!!! BY CICCIO ULTRAS POZZUOLI

La vergogna della polizia non ha mai fine A.C.A.B. Solidarietà per francesco

Vietare le trasferte?Divertimento dei politici

Per l'incontro di calcio Roma-Catania in programma il 20 gennaio, l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, riunito al Viminale, ha deciso la vendita di un solo tagliando a persona, vietando la cessione del biglietto e degli abbonamenti.

La stessa decisione è stata presa per gli incontri Mantova-Piacenza, prevista per il 19 gennaio, e Perugia-Sorrento. L'Osservatorio ha "stigmatizzato" il comportamento dei tifosi perugini e trevigiani, autori di "deprecabili gesti" di contestazione nei confronti delle rispettive società. Per questo l'Osservatorio ha deciso di monitorare con attenzione le gare che vedranno impegnate le due squadre.

Ancora una volta,persone che non hanno mai messo piede in uno stadio continuano a dettare legge e a vietare la gioia di tifare ai tifosi ospiti!
Questa è una vergogna...
Non si può continuare in queste condizioni,l'Italia è allo sbando....
Pisanu-Matarrese-Amato-Melandri...merde siete e merde resterete



Speciale Mondo Ultras Italiano:Ultras Curva Nord Bari 1976


Gruppo principale: U.C.N. (Ultras Curva Nord), nati nel 1976
Altri Gruppi: Istinti Mercantili, Estrema Guardia
Sito internet: www.tifonet.it/ultrasbari
Politica: Su posizioni di Destra
Slogan: Del Bari Seguaci
Settore: Curva Nord, tranne l'Estrema Guardia in Curva Sud
Amicizie: Salernitana, Reggina
Buoni rapporti: Andria, Cagliari
Rivalità: Lecce, Taranto, Foggia, Napoli, Inter, Pescara, Lazio, Roma, Palermo
Curiosità: -La curva barese ha scelto una linea dura nei confronti della Società. Lo sciopero del tifo dura da ormai più di un anno, praticamente dalle prime giornate dello scorso campionato di "A", interrotto solo per la visita degli amici reggini nel gennaio '01 e per la gara col Brescia, quando gli Ucn confezionarono lo striscione “Non m'importa se non c'è più scampo...se oggi è il cuore a scendere in campo”. Lo scollamento con M*******e è di vecchia data. Le accuse principali che gli rivolgono sono quelle di essere troppo "tirato", di non investire in giocatori, di vendere i pezzi migliori (vedi Cassano). M*******e non è più il Presidente, avendo rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni, lui e il Consiglio d'Amministrazione, l'1 ottobre scorso, ma rimane il proprietario del Bari, in cerca di acquirenti, e finchè ci sarà lui lo stadio verrà disertato. Il 30/03/2000 fu organizzata una civile manifestazione ultras contro di lui. Anche Fascetti, esonerato durante il girone di ritorno del campionato scorso (subentrò Sciannimanico), era nel mirino degli ultras, per alcune dichiarazioni maldestre fatte ai tifosi qualche anno fa, nonostante abbia riportato il Bari in Serie A e l'abbia condotto alla salvezza per diversi anni. “Per la nostra dignità...per il bene della città”, “Rispetto x gli ultras!Parole molte punti pochi, fuori i rinforzi”, sono solo due degli striscioni esposti l'anno scorso in Curva Nord, mentre nei distinti venne esposto “Imprenditori locali o nazionali: coraggio...prendetevi il Bari!” e in curva Sud l'Estrema Guardia espose "Presidente avaro, morirai col tuo danaro" e "Sacchi stressato, Fascetti ubriaco" Dall'inizio di questo campionato la parola d'ordine è "Diserzione!", striscione che appare nella Nord, insieme a “Finchè ci sei tu io non vengo più”“M*******e vattene” e “Bari contro M*******e”. -In Ba-Modena dell'11 gennaio scorso lo stadio, come sempre quest'anno, era praticamente vuoto e si udivano solo i cori dei modenesi, interrotti ogni tanto da qualche "M*******e v********o". -Gli ultras baresi hanno disertato due derby col Lecce al S. Nicola nel giro di 4 anni: uno nel '97, in "B", e uno nel 2001, in "A". Drastica, lo scorso anno, la decisione di lasciare vuota la curva Nord, proprio nel match-clou. Fuori dallo stadio hanno sfilato in corteo. -A Parma, sullo 0-3, abbandonarono mestamente lo stadio. -Quest'anno a Cosenza, una delle trasferte più numerose, hanno esposto lo striscione “A.S. Bari è una presa x il culo”. -Il loro modo di tifare è quello tradizionale, di “stampo italiano”, come recitava uno striscione degli Ucn. -Acerrima la rivalità nei confronti dei "cugini" leccesi, che l'anno scorso ad aprile invasero Bari in 2500, mentre i baresi a Lecce erano circa 700, con l'attenuante del pessimo andamento della squadra. -Il gemellaggio coi reggini dura da diversi anni e si solidifica sempre di più. Molto sentito anche quello coi salernitani. Ogni volta che il Bari incontra Reggina o Salernitana, è sempre festa grande, con sbandierate e giri di campo. -Nel novembre dell'80 nacque un gemellaggio all'Olimpico tra le tifoserie di Bari e Lazio, per merito di una delegazione degli Eagles Lazio. Un grande striscione in curva laziale suggellava l'evento. Da oltre 10 anni l'amicizia non esiste più. -All'apertura del sito, non ufficiale, degli Ucn appare la scritta “Onora la tua città, difendine i colori, UCN1976 Bari”. -L'Estrema Guardia è nata nel '99 dalla fusione con l'Estremo Sostegno, è composta da alcune decine di elementi che hanno un'amicizia personale con alcuni ragazzi delle Brigate Empoli.
Il nostro giudizio: Difficile giudicare una tifoseria che da oltre un anno è in sciopero. Giudizio sospeso quindi per una curva che in passato ha dimostrato di saperci fare, allestendo anche belle coreografie, pur non raggiungendo livelli eccelsi di tifo, penalizzata anche dalla struttura dello stadio. Comunque la curva, coerente nella sua linea di condotta, avrà certamente le sue ragioni. L'anno scorso la curva ha forse mollato troppo presto, cominciando a contestare fin dalle prime giornate. Il S. Nicola, che ha una capienza di 58.000 posti, offre uno spettacolo ancor più desolante: gli abbonati sono appena 2.033 e la media spettatori si aggira intorno alle 2.700 unità. Garantita la presenza, esigua, nelle trasferte, fatte per “onor di firma”, per l'orgoglio del gruppo e della città.


Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Livornesi


1) Nascita e storia delle B.A.L.
Le B.A.L. (Brigate Autonome Livornesi) nascono ufficialmente nei primi mesi del 1999 in seguito alla travagliata decisione di sciogliere tutti i gruppi esistenti per unire le forze e centralizzare il potere decisionale per organizzarsi meglio; in realtà i componenti dei gruppi che le generarono (Magenta, Fedayn, Sbandati, Gruppo Autonomo) si conoscevano molto bene, e l’unica cosa che li differenziava era la scelta dovuta al quartiere di nascita o le amicizie che i singoli frequentavano .

Questa “illogica” differenziazione generava “scazzi” inutili: i Livornesi sono dei “testoni” per natura, se ne metti 100 in 5 gruppi otterrai 5 posizioni differenti e nessuna decisione “collettiva”; se li metti tutti nella solita barca otterrai, magari dopo giorni di discussioni ,una decisione unitaria e un grande senso di appartenenza.

Quando la nostra generazione è entrata in curva (‘90- ‘91) era il caos totale, l’anarchia assoluta; 30 anni di C e 3 fallimenti avevano generato una situazione grottesca e priva di punti di riferimento, i “vecchi” erano stufi, chi aveva mollato, chi si era “bruciato”, altri (pochi) continuavano a tenere banco per tornaconti personali; alcuni dei primi sono rientrati in pista tra le nostre fila e questo ci ha sorpreso e inorgoglito; gli ultimi hanno rifiutato “ovviamente” la nostra idea di unirsi (ultras 76) e ne hanno rimediato una bella pedata nel culo, sono finiti in sud fino a che non sono stati cacciati pure da li.

L’unico gruppo che per anni ci ha affiancato è stato il North Kaos: la mitologia curvaiola vuole che questi fosse un gruppo di destra, ma l’unica infiltrazione fascista debellata negli ultimi anni è stato un gruppo chiamato LEGIONE nel ‘93-’94, scoperti vicini al M.S.F.T andato in fiamme insieme alla sua sede (M.S.F.T. Livorno) poco dopo la sua nascita; in realtà i NK erano totalmente differenti da noi nel modo di concepire il tifo e il rapporto politica/stadio, nonostante diversi di loro venissero alle manifestazioni con noi; noi partimmo con un idea politica ben marcata, e concedere un’ alternativa priva di contenuti politici (più abbordabile) è servita anche a misurarsi con noi stessi e con la città.
All’inizio tutti ci dicevano “tutti insieme nello stesso gruppo? Noi non ci staremo mai...”: eccoci qui,qualcuno si è ricreduto, qualcuno non è ancora convinto (per presa di posizione), altri testimoniano il nostro progresso con tanta invidia;credi, per la mentalità di questa gente,nel nostro piccolo è stata una rivoluzione.

2) Nell’ambito di un attacco generalizzato nei confronti di chi si pone in termini di scontro con la classe al potere la repressione assume le forme che di volta in volta ritiene più adeguate. Negli utlimi mesi sono sempre più frequenti episodi in cui alla tifoseria di sinistra engono applicati gli stessi articoli che colpiscono chi si mmobilita nelle piazze. Potresti fare una panoramica di questa analogia?
Questo è il fulcro principale della nostra teoria sul rapporto politica/stadio in resistenza ultras, per uno stato che incentra il suo attacco repressivo in seguito ad una campagna di criminalizzazione degli stereotipi; non c’è niente di meglio che avere di fronte un mucchio di persone unite “solo dalla voglia di fare casino” anziché combattere dei ribelli sempre pronti a rivendicare le proprie azioni con un carattere politico cosciente, iniziare a concepire la curva ed il calcio come espressioni popolari della “domenica”del proletario e quindi anche come luogo di sviluppo di idee anticapitaliste e antifasciste; significa anche cominciare a combattere quella logica che ha voluto generare il business capitalistico che purtroppo lo gestisce.
Il fatto poi che in questi ambiti si sollevino lotte proletarie e si generino nemici della classe dominante fa si che in entrambi i campi (manifestazioni politiche e sportive) rendano interscambiabili le azioni repressive di uno stato dedito alla lotta al comunismo e al contropotere in generale, facendo sì che gli uni servano da “palestre” per gli altri.

3) Quali sono gli episodi repressivi più significativi che vi hanno riguardato?
Tanti, e a dire il vero abbiamo perso il conto, anche perché la repressione in una città di 180 000 abitanti si respira giorno per giorno. Livorno non è Roma ne’ Milano ma a paragone di queste ci sono un numero di diffide emanate (circa 200) che dimostrano quanto l’attenzione della città sia incentrata sull’agire di un gruppo di ragazzi auto organizzati come noi anziché pensare ai molti, troppi, omicidi irrisolti (una decina).
In questi anni abbiamo notato come la nostra onnipresenza nella vita politica e non della città,abbia preoccupato gli apparati della repressione borghese fino al punto di portare ogni “militante” del nostro gruppo ad essere accompagnato ad ogni processo da una “relazione” dei G.I.P. che certifica l’appartenenza al gruppo “estremistico” delle B. A. L., anche in processi che non riguardassero lo stadio, facendo sì che un pugno in una rissa per viabilità ti porti a 30 giorni di isolamento, o questa o quella scazzottata da bar a 4 mesi di carcere.
Una volta all’indomani del g8 (dove eravamo in tanti) scoppiarono degli scontri con degli pseudo napoletani giunti sotto la Nord, in realtà sbirri in borghese, in quella occasione denunciammo il fatto che lo sbirro in questione aveva (prima di essere inseguito da mezza curva) estratto una pistola “gratuitamente” in faccia a dei ragazzini; nonostante avesse lui ovviamente dichiarato di non averlo mai fatto, trovammo (una manna dal cielo) una foto casuale che ritraeva l’episodio, marciammo per il centro della città dove obbligammo il questore a venirla a ritirare di fronte a tutti i media.
Prima accusarono un fotomontaggio, poi il deposito del negativo da un noto “avvocato” ne certificò la genuinità, ottenemmo la tacita scarcerazione di un compagno indagato per rissa da mesi in carcere come dire «state buoni», del resto non abbiamo mai avuto risposta.
Con la triestina esponemmo uno striscione a favore delle Foibe mentre quelli che poi sono diventati «vittime» esponevano e cantavano «me ne frego» durante il minuto di silenzio che ricordava il giocatore di colore Majele: il risultato è stato un putiferio incredibile, dopo decine di anni in cui negli stadi italiani non si inneggia all’olocausto e al terzo reich, il presidente della repubblica e tutta la sinistra istituzionale si schierarono verso la nostra condanna, pagine e pagine di giornali, a Livorno addirittura un morto sul lavoro passò in secondo piano.
Il risultato è stato decine di denunce a chi era ritratto sopra lo striscione (esposto 90 minuti) visto che leggi in merito non ce n’erano; ai malcapitati hanno appioppato una legge generata ma mai sfruttata per i nazi, cosi quei compagni si sono ritrovati una denuncia e diffida per esposizione di uno striscione Xenofobo (?). In seguito come logico sono state annullate, ma il fatto assurdo è che è stato fatto per fare «patta e pari» con le denuncie di tentata ricostituzione del partito fascista annullate ai triestini… A Trieste da 2 anni non riusciamo, senza motivo, ad assistere alla partita, quest’anno hanno fermato 2 pullman (110 ragazzi), li hanno identificati e perquisiti (con esito negativo) per furto; il risultato, 110 denunce e diffide per furti e danneggiamenti mai appurati.
Questa finirà come molte altre volte, i procedimenti penali verranno magari archiviati perché le indagini rivelano l’assurdità dei fatti, la diffida (atto amministrativo) rimarrà comunque per 2 o 3 anni nei quali ogni volta che gioca il Livorno (amichevoli comprese) bisogna recarsi 2 volte in questura a firmare .

4) A livello di controllo telefonico, telematico e non solo, cosa avete potuto riscontrare nei vostri confronti?
Abbiamo come tutti una “squadra tifosi” che ci segue, senza il benestare della quale spesso non si riesce ad organizzare niente; come avviene in ogni città “calda”, questo rapporto di forza è a volte aggirabile e a volte meno. In questa o quella trasferta devi mangiare la foglia e chiedere i permessi per i treni speciali, in altre siamo irreperibili fino alla domenica mattina dove partiamo alla spicciolata e fuori dai controlli ma non sempre è possibile.
I telefoni friggono come quelli di molti altri compagni del movimento, il sito è continuamente monitorato ma come abbiamo detto nell’ultimo comunicato se la repressione borghese porge tanta attenzione nei nostri confronti significa che qualcosa di buono l’abbiamo fatto...
Riscontri? In alcuni processi, che tutto riguardavano meno che lo stadio, ci siamo visti tirare fuori filmati, articoli di giornali, e registrazioni di manifestazioni o partite, il P.M. chiedeva agli indagati (come se ci combinasse qualcosa) se eravamo militanti del gruppo o meno...
D’altronde con tutto il tempo che perdono qualcosa faranno pure loro.

5) E’ emersa la volontà di creare un “Fronte di Resistenza Ultras” contro la repressione, cercando di superare le divergenze di natura strettamente calcistica. Credete che questo movimento si potrà estendere ulteriormente, comprendendo tutte le tifoserie con affinità politica?
Si, o almeno questa era la nostra idea.
Poi abbiamo fatto i conti con l’ipocrisia di alcune tifoserie con le quali non siamo riusciti a “sfondare” i termini dell’antirazzismo, che per noi è sinonimo di antifascismo militante, ma intraprendere questa scelta in curva significa anche ridurre le forze, non a caso per molte tifoserie reputate di sinistra è più importante il colore sociale dell’ideologia politica magari perché proprio quegli abili picchiatori che difendono il gruppo, tutto sono tranne che compagni, ma vanno in curva assiduamente e fanno molto comodo o addirittura sono più importanti dei compagni stessi.
Pensa, molte di queste curve ci hanno accusato di rovinare il movimento, solo perché le scelte che abbiamo intrapreso ed invitato ad intraprendere non erano alla loro portata.
Non a caso abbiamo avuto molti consensi nei piccoli gruppi di compagni che stanno nelle curve storicamente a destra, che sono e devono restare «anonimi sostenitori», mentre in quelle rosse che col tempo si sono «scolorite» non abbiamo ottenuto neanche il confronto, questo testimonia la pericolosità della tattica dei fasci che quando sono i minoranza inneggiano all’unità dei colori sociali, al campanilismo sfrenato, ma una volta che prendono il sopravvento non concedono spazi e come noto si aiutano l’uno con l’altro viaggiando spesso in trasferta insieme (vedi scontri Roma - Brescia, tra i romanisti molti laziali per scopi politici).
Questo progetto era volutamente «out out» perché non voleva essere il solito progetto cometa che proponeva ma non concludeva, parlava chiaramente di eliminazione collettiva dei fasci dalle nostre curve; quando abbiamo parlato di non belligeranza tra compagni qualcuno ha arricciolato il naso; adesso tra noi Ternani e Anconetani, nonostante un tempo non corresse buon sangue, è nato un bellissimo rapporto di reciproco rispetto e di intesa politica; quando abbiamo sfilato insieme in manifestazione i più hanno detto «guarda quelli…». Ora, a distanza di poco, questi elementi per combattere la repressione hanno sfilato insieme ai fasci di mezza Italia.
Pensa te un compagno che trova dei campi in comune ad un fascio per combattere la repressione… Ci sono curve che si accontentano di collezionare iniziative a sfondo politico di bella facciata, , dirette e interpretate dai centri sociali del posto, il tutto per tentare di rimanere ancorate a quello che non sono più, o forse non sono mai state, e magari la domenica attaccano i «compagni» assieme ai fasci con cui sono cresciuti.

6) Cosa significa per voi fare politica allo stadio?
Significa tutto, significa dare un carattere cosciente al gruppo, nei limiti che il confuso ambiente curvaiolo ti permette e nei vantaggi che l’attenzione che l’Italia pone nei confronti del calcio ti concede.
Da quando in città sono sbucati fuori miriadi di «bimbetti» che indossano maglie con stemmi e immagini che neanche i vecchi comunisti stessi pensavano di rivedere, immagini della rivoluzione russa, cubana, del P.C. clandestino degli anni 20, che scrivono sui muri «viva Stalin» e «non un passo indietro», qualcuno ci ha accusato di plagio; e pensare che magari uno di questi è il figlio di uno sbirro, o di un assessore che da anni ci da la caccia ci ha fatto pensare alla disgrazia che possiamo rappresentare per questi personaggi abituati sempre a vincere.
Abbiamo risvegliato una città in letargo, corrosa e immobilizzata dallo strapotere della borghesia di sinistra che tutto vuole tranne che ricordare che cos’è il comunismo; per noi la valutazione di 150 di storia del movimento comunista è e deve essere positiva, questi signoroni del popolo amano sventolare i simboli di una storia che non gli appartiene.
Tante volte ci hanno bollato come gli «stalinisti», in curva nord, nelle B.A..L. ci sono ragazzi provenienti da varie aree antagoniste, non si mangia nessuno, e si rispetta tutti, molti di noi, quasi tutti, rifiutano il «revisionismo» che oltre che infangare la memoria di numerosi compagni come Lenin, Stalin, Mao, Castro e tra un po’ Guevara, distorce la storia ingoiando passo dopo passo anche il ricordo della resistenza antifascista.
Tanti di noi sentono l’esigenza di un vero partito comunista, privo di tabù e dei legami parlamentaristi che nel corso degli anni hanno fatto stabilire alla borghesia e non ai comunisti stessi cosa per essi era legittimo o meno; altri neanche si pongono il problema e guardano al lato sociale delle iniziative realizzate (fondi terremotati, emergency…). Noi cerchiamo sempre di rendere accessibile anche la lettura a tutti, tramite i banchetti di testi e giornali in curva, poi se questo è il plagio ben venga: in altre curve si insegna a picchiare i negri… Hanno monopolizzato l’istruzione, i media e ogni passo che muove questa società si muove verso l’assimilazione del concetto in/out, dentro i canoni sei civile, al di fuori sei un «estremista». Ma lo stadio devono ancora conquistarselo, da anni ci provano ma non ci riescono: almeno fino a che uno solo di noi sarà ancora in libertà i «padroni» di Livorno dovranno fare i conti con i nostri ideali.
Molti compagni snobbano le curve e il calcio come molti Ultras fanno con gli ambienti politici di movimento, questa è una grossa limitazione con la quale purtroppo abbiamo spesso fatto i conti, nessuno deve precludersi nessun campo di sviluppo di idee di lotta; se il calcio è in mano al capitalismo è l’ora di combatterlo non di abbandonarlo, se la politica e il movimento sono pieni di arrivisti è il momento di combattere per cambiarlo.
Dopo i fatti dei «disobbedienti» di Livorno abbiamo attirato simpatie quante antipatie, qualche rapporto con le aree politiche locali (P.r.C. in primis) si è interrotto ma noi non dobbiamo rendere conto a nessuno, tanto meno a chi si sente costretto a prendere le distanze per scopi elettorali imperati dalle esigenze opportuniste delle segreterie nazionali. Queste non sono logiche «comuniste» ma di marketing parlamentarista; tanti, molti compagni ci hanno testimoniato la propria solidarietà, dalle aree più inimmaginabili, stufi anch’essi dell’egemonia che questi figliotti di papà hanno instaurato; a Genova sembrava avessero comprato i diritti televisivi della manifestazione.
In ogni manifestazione a cui abbiamo partecipato da quel momento, arrivavano voci che avevamo aggredito questo o quel compagno dei loro, che eravamo responsabili di questi o quei danneggiamenti, anche quando non centravamo niente o addirittura non c’eravamo nemmeno.
Chissà da chi provenivano e a cosa servivano queste fughe di notizie… Hanno provato a cacciarci da una assemblea pubblica che riguardava iniziative che si sarebbero svolte nella nostra città (blocchi portuali) alle quali poi tra l’altro non hanno neanche partecipato, ci hanno accusato di averli aggrediti in 100 con caschi mazze e spranghe di ferro nonostante l’unico refertato avesse una sbucciatura alla gamba, sfruttando l’attenzione degli sbirri e dei media che dicono di combattere. Poi parlano di repressione e criminalizzazione....
Dicono spesso di sentirsi vicini agli studenti di piazza Tien a Men, e il comunismo eretico di Trotsky, (da una loro intervista), vorrà dire che noi faremo i carri armati e gli agenti dell’NKVD….

Livorno 10/10/2003

Direttivo

Brigate Autonome Livornesi 1999


Speciale Mondo Ultras Italiano: Curva Sud Milano


Il Gruppo BRIGATE ROSSONERE nasce dalla fusione tra CAVA DEL DEMONIO ed ULTRAS due piccoli gruppi della Curva Sud, viene subito ripopolato da alcuni ex appartenenti alla FOSSA DEI LEONI che, a quei tempi era situata a metà strada tra il tabellone e la curva sud.

La prima uscita del nostro striscione avviene a BOLOGNA - MILAN il 19 Ottobre 1975.

Ognuno tra i nostri associati, si deve impegnare solo per il tempo che ha a disposizione e mai contro voglia.

Il gruppo deve essere organizzato sul consenso e non sull'imposizione.

L'entusiasmo è la nostra forza aggregante ed esso evidentemente non può essere forzato da chicchessia.

Il gruppo si AUTOFINANZIA attraverso i tesseramenti e la vendita di materiale da Stadio ( SCIARPE, MAGLIETTE, CAPPELLINI, BANDIERE, SPILLE, ADESIVI, FOTOGRAFIE ) del nostro tifo, con il nostro nome ed i nostri simboli ed ha un unico scopo fondamentale quello di seguire SEMPRE e OVUNQUE il Milan per incitarlo in casa ed in trasferta che vinca o che deluda, vicino o lontano.


Il gruppo BRIGATE ROSSONERE ha sempre seguito il Milan in tutte le PARTITE disputate a S.SIRO, in tutte le trasferte di CAMPIONATO,COPPA UEFA, COPPA CAMPIONI, COPPA ITALIA, COPPA COPPE. Le BRIGATE ROSSONERE sono un gruppo che ha il costante bisogno di ragazzi che collaborino.





A noi interessano relativamente la composizione del Consiglio di Amministrazione ed il Presidente della Società, ciò a cui noi teniamo veramente sono i GLORIOSI COLORI ROSSONERI perché come si dice: GLI UOMINI PASSANO, IL MILAN RESTA.

E' ovvio, poi, che siamo contenti di avere una Società FORTE e dei Campioni in Squadra ma , la storia lo conferma, anche negli anni più tristi e meno carichi di onori e gloria,il nostro attaccamento e la nostra presenza militante non sono mai venuti a meno.



Così potrebbe essere sintetizzata la nostra volontà di seguire il Milan. Non siamo tra quelli che si vantano di conoscere il tal giocatore o di potersi recare nelle zone della sede di via Turati rigidamente chiuse ai visitatori; il nostro orgoglio è rappresentato dai nostri cori e dalle coreografie, dalla capacità di recarsi OVUNQUE al seguito dei nostri RAGAZZI che indossano le casacche rossonere, dalla volontà di non recedere da tale proposito in occasione di trasferte lontane, disagevoli o pericolose; convinti, come siamo, che né le minacce, né la violenza, né la mancanza di biglietti siano per le BRIGATE ROSSONERE ragioni valide per rinunciare alla nostra passione.

Noi siamo un gruppo che non usa volentieri la FORZA, L'INTIMIDAZIONE O LA VIOLENZA, ma tutti sanno che non ci fermiamo di fronte a nulla e, se siamo messi alle strette, abbiamo la capacità di DIFENDERCI e RISPONDERE.



Come abbiamo già scritto, noi non siamo mai aggressivi per principio: ci piace seguire il MILAN OVUNQUE e ciò ci espone a rischi da cui non possiamo sottrarci e, in questo caso, difendersi con tutte le proprie forze diventa una necessità.

Mai le BRN hanno aggredito persone inermi mai hanno sfasciato automobili e negozi nelle città che ci ospitavano,
mai infine abbiamo coinvolto alcuno in episodi che non erano giustificati da azioni ben precise.

Anche di ciò siamo orgogliosi,anche perciò siamo assolutamente unic



BRIGATE è storia.
E' patrimonio custodito gelosamente da tutti noi che siamo parte di questa fantastica ed irripetibile avventura.
Una storia difficile da raccontare,scritta sugli spalti d'Italia e d' Europa, sui sedili di PULLMAN, TRENI, AUTOMOBILI e (pochi) AEREI, una storia costruita attorno ai tavoli delle birrerie ed agli angoli delle vecchie strade buie di Milano.

Mille e più momenti di gioia e dolori ugualmente intensi,stupiti per chi guarda dall'esterno,fondamentali per noi. Storie di PASSIONE e di FEDE di AMORE e di ODIO, di cuori continuamente gettati oltre l'ostacolo grazie all'amicizia ed alla solidarietà che ci uniscono.

La fierezza e la purezza che ci contraddistinguono sono gli elementi che ci avvicinano a tutti coloro che disprezzano VILTA' e MEDIOCRITA'.

BRIGATE è essere SEMPRE PRESENTI, in prima fila per RISCHIARE, per SOFFRIRE, prima ancora, che per gioire e vivere insieme.
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L'altro gruppo di rilievo e' la Fossa Dei leoni gruppo nato nel 1968
Gli Stessi hanno anche fatto un libro sulla loro storia.
Fossa dei Leoni

Indicare la data precisa della fondazione del club è impresa impossibile, in quanto si è trattato di una aggregazione spontanea di persone, allargatasi nel tempo. L'anno è certo e si parla del 1968. Con l'andare del tempo uno sparuto gruppo di ragazzini (amici di scuola, compagnie di quartiere, amici degli amici) comincia ad occupare e a ritrovarsi presso la rampa 18 nei famosi popolari. Molti di loro indossano la maglietta del Milan, portano bandiere e sacchetti di plastica pieni di ritagli di carta da lanciare come coriandoli.

Nel 1972 dalla rampa la Fossa dei Leoni si sposta sul rettilineo e tratto dal film L'armata Brancaleone nasce il primo inno della Fossa.

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Commandos Tigre:
I commandos clan nascono nel 1967. Prima erano i Fedelissimi ma durante una trasferta a Madrid contro l'Aiax venne strappato lo striscione dagli spagnoli e tornando a Milano decisero di togliere il termine clan e chiamarsi commandos tigre. Il nome, secondo Richy, dava l'idea di un gruppo più forte. Si posizionano da subito nei distinti copiando così i tifosi inglesi che si posizionano vicini ai giocatori. Fino al 1985 sono in curva nord, poi si spostano i ncurva sud per formare con il folklore e non solo una curva forte. Ci tengono a sottolineare che l'aspetto aggregativo è l'unico punto di riferimento per tutti, insieme alla fede per i colori rossoneri. Non hanno mai accettato che questo universo giovanile venisse sovrapposto da altri aspetti e affermano che i commandos riescono ad unire con entusiasmo giovani di tutti i colori e tutte le razze.


Speciale Mondo Ultras Italiano: Ultras Samb


Gruppi: Onda d'Urto, Vecchio Fronte 88, Inferno Rossoblu, Irriducibili

Descrizione della curva e del tifo: L'ideologia di sinistra (apparte il Vecchio Fronte'88 ) è prevalente per tradizione. Molto caloroso e violento, merita migliori palcoscenici.

Gemellaggi: rimini, civitanovese
Amicize: roma, paternò
Rispetto: chieti, taranto, krotone
Inimicizie: ascoli, ancona, pescara, maceratese, lazio


DA TIFONET:
Nonostante il fallimento e le strazianti delusioni la Nord non si è mai arresa ed è stata sempre al fianco della squadra. Poche tifoserie sarebbero sopravvissute ma loro ce l'hanno fatta e alla grande. L'Onda d'Urto,il gruppo principale,dopo un certo ridimensionamento di uomini sta vivendo una seconda giovinezza,ed il defluire dei "vecchi" nella gradinata est ha fatto nascere in questo settore svariati nuovi gruppi,cosa molto rara in italia. Nella Nord giovani e meno giovani pronti a tutti per la Samb. Nella Est una sorta di "padre" supervisore. La tifoseria appare sicuramente più vivace e colorata rispetto a quella ascolana (sono bellissimi i cori e spettacolari le coreografia)ma di certo un gradino sotto rispetto ai cugini in ambito di compattezza e organizzazione. In trasferta forse i migliori del girone insieme agli Avellinesi. Negli scontri non si tirano mai indietro,famosi i tafferugli di pescara,da segnalare la brutta figura dell'anno scorso a Teramo. I principali difetti della tifoseria Sambenedettese forse sono la sua eccessiva spacconaggine (in questo ricordano un po le romane) in rete come in qualsiasi organo di informazione in materia ultras e la sua ancora (per poco) scarsa esperienza in categorie superiori. Questo li porta ad azioni spettacolari,ma autolesioniste.

DOPO LA TRAGICA MORTE DI MASSIMO CIOFFI NEL 2003,STORICO FONDATORE DELL'ONDA D'URTO,LA CURVA ROSSOBLU' FU SUBITO INTITOLATA A LUI
QUESTO E' L'ARTICOLO KE RIPORTA LA SCOMPARSA DI MASSIMO:

Si è spento l'altra notte intorno alle 4.00 Massimo "Cioffi", lo sfortunato tifoso caduto dall'anello superiore della curva nord il 4 maggio 2003 durante la gara Sambenedettese - L'Aquila

E' Morto Massimo Bruni, detto "CIOFFI", storico tifoso rossoblu' vittima di un tragico incidente durante la stagione 02/03, quando accidentalmente cadde dal secondo anello del Riviera delle Palme durante la gara di campionato Sambenedettese - L'Aquila.
Massimo Bruni, detto Cioffi, non era un tifoso qualsiasi, bensi' un fondatore dell'Onda D'Urto, e quindi del tifo organizzato a SBT. Dalla transenna del vecchio stadio Ballarin faceva nascere il tifo sambenedettese e lo ha portato ai livelli attuali. Quella transenna, campo di tante battaglie, gli e' stata fatale, e ha dato la vita per una fede.

Speciale Mondo Ultras Italiano: Curva Nord Milano


La curva nord di milano interista e' formata da tre gruppi:
1)Boys San
2)Irriducibili
3)Viking
Il gruppo principale e' quello dei boys san questa e' un pezzo della
loro storia......
E' stato il grande Helenio Herrera ad introdurre il concetto di tifoseria organizzata a Milano: "Moschettieri" prima e "Aficionados" poi hanno organizzato in maniera primordiale il tifo da stadio milanese, una forma di sostegno ben lontana da quella che oggi si intende come tale. E' nel contesto della fine anni sessanta che nascono i Boys, gruppo nato da un distaccamento di alcuni ragazzi dall'Inter Club Fossati, creando così di fatto il primo gruppo ultras a sostegno dell'F.C.Inter. Il nome del gruppo è ispirato a "Boy", un ragazzino dispettoso, protagonista di una serie a fumetti pubblicata sul giornale dell'Inter; l'unione con la dicitura "Le Furie Nerazzurre" completa il nome del neonato club. Il primo striscione dei Boys viene realizzato nel 1970, esordendo a Roma con la Lazio nel mese di marzo, per poi comparire a San Siro nell'attuale secondo anello arancio nel mese successivo. La diversificazione dallo "spettatore" tipo dell'epoca è alla base della filosofia e dello spirito con cui questi ragazzi agiscono, oggi come allora.

.:GLI ANNI SETTANTA:.

Negli anni settanta, periodo di pionierismo ultras, i Boys si distinguono per un organizzazione ed un affiatamento invidiabile, che li porta a seguire l'Inter in quasi tutte le trasferte difendendo i propri colori e lo striscione con onore anche in trasferte epiche per l'epoca quali Roma, Napoli o Bari. Tuttavia il numero relativamente esiguo di ultras disposti a seguire la filosofia dei Boys, ha costitutito un freno non indifferente: Le coreografie erano costituite da primordiali "cartate" e dallo sventolio di bandiere autofinanziate e autoprodotte, un effetto che oggi può far sorridere, ma che ha costituito la base per qualsiasi coreografia del giorno d'oggi. In questi anni si vengono a creare le prime tensioni con i gruppi ultras rivali. Principali avversari del periodo sono Bergamaschi, Granata, Doriani e, soprattutto, Milanisti. Con questi ultimi gli scontri raggiungevano l'apice della ferocia, in quanto, all'epoca, le due tifoserie erano praticamente attaccate, entrambe all'attuale secondo anello arancio, spostati verso la Nord noi, verso la Sud loro. Nel 1979 i lavori di ristrutturazione dello stadio San Siro portano i Boys nell'attuale posizione, ovvero nel cuore della curva Nord.

.:GLI ANNI OTTANTA:.

Gli anni ottanta rappresentano il periodo di maggior splendore del gruppo dei Boys. All'inizio del decennio compare per la prima volta la dicitura S.A.N. (Squadre d'Azione Nerazzurre) all'interno del nuovo striscione. Successivamente, a causa di dissidi tra i direttivi, avviene la cacciata al primo anello del gruppo "Potere Nerazzurro", mentre contemporaneamente si fa largo il gruppo dei "Forever Ultras", nato nel 1975. La violenza dilaga all'interno del gruppo, famosissimi gli scontri del 22 novembre del 1981 a San Siro contro i romanisti, o quelli dell'anno successivo a Genova. L'apice però avviene come sempre contro i cugini rossoneri: l'ondata di violenza non si circoscrive nei giorni dei derby (rari per la verità in quel periodo, viste le retrocessioni del Milan), ma si propagano nella vita quotidiana finchè, al termine di un derby valido per il Mundialito del 1983, caratterizzato tanto per cambiare da violenti scontri, non si decide di stipulare un patto di non aggressione che sopravvive tutt'ora. Dal punto di vista coreografico avviene un evoluzione sostanziale rispetto agli anni settanta: i primi fumogeni e torcie fanno la loro comparsa a cavallo tra i due decenni e viene realizzato nel 1985 il primo bandierone copricurva. Gemellaggi importanti del periodo vengono fatti con gli ultras di Verona (durerà fino al 2001), Firenze (fino al 1987) e Sampdoria (fino al 1992). Nell'ultimissima parte di questo fantastico periodo avviene un'altra importante innovazione: viene realizzato un bellissimo striscione in cerata, che tutt'oggi campeggia al centro della Curva Nord.

.:GLI ANNI NOVANTA:.

Gli anni novanta si aprono con la conquista della prima coppa Uefa ai danni della Roma. Nello stesso anno la Sampdoria ci soffia lo scudetto nello scontro diretto a San Siro, incrinando irrimediabilemente il gemellaggio, sciolto nel 1992. Gli scontri sono ancora cruenti sull'onda degli anni ottanta, ma vengono affievoliti nettamente dall'avvento delle prime diffide, aumentate a seguito dell'omicidio di Vincenzo Spagnolo nel 1995. Se negli anni ottanta era stata quindi la violenza a guidare le azioni dei Boys, negli anni novanta ci si sofferma giocoforza di più sull'aspetto coreografico del vivere la curva. I primi sono anni di transizione, in quanto l'inesperienza e, forse, la sottovalutazione di sè, portano a risultati buoni, ma non eccelsi, vista anche la rapida evoluzione in questo campo di molti gruppi rivali. La consapevolezza di essere "competitivi" anche sotto questo aspetto avviene gradualmente, anche grazie alla collaborazione con tutti gli altri gruppi della Curva Nord.

.:I GIORNI NOSTRI:.

Il 2001 sancisce la rottura del gemellaggio con gli ultras veronesi a causa di dissidi con il nuovo ed arrogante direttivo della curva gialloblù. L'Inter poi non fa altro che deluderci, ma noi, i Boys San Milano, saremo sempre al suo fianco, impegnandoci ancora di più per l'onore della nostra amata maglia.


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Irriducibili.....................
nascono nel 1988 prendendo il posto degli skins.
Nel 1997 fanno una fusione con Zona Nera(una ventina di militanti)
gruppo di politica di estrema destra.
Sullo strscione hanno disegnato il mutley e la loro bevanda preferita
e' la birra
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Brianza Alcolica:
La Brianza Alcoolica nasce nel novembre del 1985, anche se era dall’anno prima che se ne parlava ed un abbozzo di striscione era apparso anche a Madrid. Marzio, Pierangelo, Marco, Andrea, Marcuccio, Alberto e la Monichina frequentavano il Bar Spavento a Milano ed un giorno decisero di fondare un gruppo tutto loro. Era già tutta gente navigata per quanto riguarda la frequenza in curva e anche adesso a distanza di parecchi anni si vedono frequentemente, impegni permettendo, per motivi legati al lavoro oppure alla famiglia. Chiaramente chi ha la prole (tutti nerazzurri, era nel loro D.N.A., ”discendenza nero azzurra”), non riesce più a fare le trasferte, ma il loro apporto nelle partite casalinghe è pressoché costante. La partita di esordio è stata Inter-Juve 1-1 dopo l’esonero di Castagner e la dirigenza nerazzurra non era molto ben disposta nei confronti del gruppo a causa del nome (anzi del cognome), tant’è che si è dovuto far entrare lo striscione dall’esterno, issandolo dalla parte del galoppatoio con l’aiuto dei Boys. Il nome Brianza Alcoolica è nato per ribadire la provenienza dei suoi componenti da una terra a stragrande maggioranza di gobbi: ce ne sono tanti, troppi e si è ritenuto doveroso far sentire anche la loro voce. Il Presidente del gruppo tiene a precisare che nel 1985 altre squadre non esistevano, calcisticamente parlando, oppure facevano la spola in serie inferiori con risultati spesso esilaranti, da qui lo slogan del gruppo e suo cavallo di battaglia:
Mai stati in “B”.